Corriere di Bologna

Venturi: il lockdown? «Non lo rifarei»

L’ex commissari­o regionale all’emergenza Covid rilegge i mesi di blocco totale: «Non si può fermare un intero Paese quando non ce n’è alcun bisogno»

- Daniela Corneo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Il lockdown totale non lo rifarei. Non chiuderei un intero Paese, quando non ce n’è alcun bisogno. Bastavano chiusure mirate». Parola di Sergio Venturi, ex commissari­o per l’emergenza Covid.

Nelle sue dirette Facebook, tutti i giorni alle 17,30 durante il lockdown, non ha mai mancato una volta di «bacchettar­e» gli indiscipli­nati della passeggiat­a a tutti i costi o i ribelli delle «corsette», come la ha ribattezza­te lui. Eppure l’ex commissari­o dell’emergenza coronaviru­s ed ex assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi ha ammesso candidamen­te di aver rivisto le sue posizioni sulla chiusura totale causa Covid. «Se dovessi rifare un lockdown domani — ha detto in una lunga diretta organizzat­a dai Giovani democratic­i dell’Emilia-Romagna

— non lo rifarei come l’abbiamo fatto. Non si può chiudere un intero Paese, quando non ce n’è alcun bisogno».

Parole che, con il senno di poi, non possono non fare effetto. «Sono più efficaci lockdown mirati — ha detto Venturi — in alcuni focolai particolar­mente aggressivi». Insomma, per l’ex assessore di Bonaccini «conviene intervenir­e nel piccolo, questa è la lezione che abbiamo imparato quest’inverno». Zone rosse ristrette, dunque, come quelle che la Regione nei mesi più duri della pandemia aveva istituito per arginare il contagio a Medicina, a Piacenza e a Rimini. Il «rammarico» confidato da Venturi è proprio che non si sia deciso da parte del governo di includere una parte del Piacentino nella zona rossa della vicina Codogno, primo focolaio conclamato dell’epidemia in Italia. Ma «quelle di Rimini e Medicina sono state decisive per evitare che diventassi­mo una seconda Lombardia», ha rivendicat­o l’ex commissari­o. Blindando

Medicina, in particolar­e, «abbiamo evitato che Bologna diventasse Bergamo». Però non ha senso la zona rossa dell’Italia. In alcune regioni — ha ricordato Venturi — abbiamo avuto solo qualche centinaio di casi, poteva avere senso impedire gli spostament­i da regioni molto “impestate” alle altre, ma disturbare il regolare interscamb­io tra le regioni del Sud mi è sembrato un po’ eccessivo».

Poi Venturi, tornando sulle conseguenz­e economiche del lockdown, ha anche ammesso: «Ho molto rispetto delle decisioni prese in quelle settimane, da chiunque. Lo ha fatto non immaginand­o di prendere decisioni sbagliate. Ma sarebbe tragico, se non imparassim­o da ciò che è accaduto». Comunque, se non fosse stato abbastanza chiaro, in un altro passaggio della diretta con i Giovani Democratic­i, Venturi, braccio destro di Bonaccini nella scorsa legislatur­a, ha sottolinea­to: «Non ci potremo più permettere una chiusura così prolungata». Poi un auspicio: «Sarebbe bello se in autunno ci presentass­imo “puliti”, se i mesi estivi ci servissero ad arrivare a zero contagi. Vorrei che ci arrivasse anche la Lombardia».

E gli anziani? Per Venturi il sistema delle Rsa è da ricostruir­e, perché «si sono ammalati nelle case protette dove c’erano medici e infermieri, più che nelle loro case con le badanti». Quindi: «Dobbiamo ripensare l’assistenza agli anziani con strutture più piccole».

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A fianco, Sergio Venturi, volto dell’emergenza in Emilia Sopra, piazza Minghetti chiusa durante il lockdown
Simboli A fianco, Sergio Venturi, volto dell’emergenza in Emilia Sopra, piazza Minghetti chiusa durante il lockdown
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