Amola, si indaga su alcol e velocità
La tragedia e la ricerca nelle telecamere. Lo strazio dei familiari per la morte di Jessica
Dopo il terribile incidente di Amola, gli inquirenti cercano nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza, nei segni sull’asfalto, nelle testimonianze dei presenti, nei rottami di quello che rimane delle due auto, il senso di una tragedia che si è portata via quattro giovani vite, tra cui quella di Jessica appena 9 anni. Si aspettano gli esami su alcol e droga, s’indaga sulla velocità per ricostruire la dinamica. Intanto famiglie e amici piangono i loro cari.
Il giorno dopo il terribile incidente di Amola, gli inquirenti cercano nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza, nei segni sull’asfalto, nelle testimonianze dei presenti, nei rottami di quello che rimane delle due auto, il senso di una tragedia che si è portata via quattro giovani vite.
Erano quasi le 22 di sabato quando la Peugeot 106 su cui viaggiavano i gemelli Yosri e Yasser Souaaieh e Ben Belgacem Nadhem, 20 e 21 anni, si è schiantata con il Bmw guidato da Roberto Ariu, 51 anni, sulla provinciale 568 tra San Giovanni in Persiceto e Crevalcore, davanti al bar Robby. Accanto a lui, sul sedile dal passeggero, la piccola Jessica Galantino, di 9 anni, figlia della compagna dell’uomo. Solo pochi minuti prima la telefonata alla mamma Alexandra: «Stiamo tornando, siamo quasi arrivati a casa» ha raccontato la donna sotto choc. Ma Jessica a casa non ci è mai arrivata, è morta nel terribile schianto, come i tre ragazzi tunisini. Adesso i rilievi della polizia locale dell’Unione Terre d’Acqua dovranno stabilire a quale velocità viaggiassero le due auto e se i passeggeri indossassero la cintura, cosa che al momento sembra improbabile. Anche se per il corpicino esile di Jessica lo schianto potrebbe essere stato fatale nonostante la cintura: sono tutti elementi al vaglio degli inquirenti. A nulla sono serviti i tentativi di rianimarla dei sanitari del 118, arrivati in elisoccorso.
La mamma, precipitatasi sul posto, è rimasta sull’asfalto, distrutta con la figlia senza vita tra le braccia. Il 51enne alla guida è stato portato in condizione critiche all’ospedale Maggiore, dove è ancora ricoverato i terapia intensiva. Come da prassi, è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio stradale. Il sostituto procuratore Antonello Gustapane, che coordina le indagini, ha disposto per venerdì l’autopsia e gli esami tossicologici e alcolemici sulle salme dei tre ragazzi. Ma si attende l’esito anche degli esami del sangue del 51enne. Un altro uomo di 69 anni, seduto ai tavolini del bar, è rimasto gravemente ferito dai frammenti delle lamiere volate via dalle auto, ma se la caverà.
Secondo i presenti i tre ragazzi, che erano appena usciti dal bar, sembravano alticci e avevano infastidito un cliente. Poi sono andati via sgommando e invadendo la corsia opposta, dalla quale proveniva la Bmw a velocità sostenuta. Ci sarebbero comunque molte immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza che aiuteranno gli inquirenti a ricostruire la dinamica dell’impatto, ma anche i momenti precedenti.
Di Jessica, capelli castani e un sorriso solare, restano i video su Youtube e su Instagram, che la bambina amava registrare mentre cantava, ballava, scherzava con la sorellina e con l’amatissimo coniglietto Charlie. Solo un anno la differenza di età tra le due sorelle, inseparabili, che insieme alla mamma e a una terza sorella adolescente vivevano in una villetta a Pegola di Malalbergo. Jessica, occhi vivaci, amava riprendersi mentre imitava i cantanti preferiti, si preparava il latte con la cioccolata, stuzzicava e coccolava il suo coniglietto bianco. «Credevo che avessero preso il mio coniglio e mi sono sentita male» raccontava in un video postato un anno fa.
Gli esami
Tossicologici per capire se i tre ragazzi tunisini e il 51enne avessero assunto alcol o droga. C’è anche il nodo delle cinture si sicurezza