Corriere di Bologna

Amola, si indaga su alcol e velocità

La tragedia e la ricerca nelle telecamere. Lo strazio dei familiari per la morte di Jessica

- Andreina Baccaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo il terribile incidente di Amola, gli inquirenti cercano nelle immagini delle telecamere di videosorve­glianza, nei segni sull’asfalto, nelle testimonia­nze dei presenti, nei rottami di quello che rimane delle due auto, il senso di una tragedia che si è portata via quattro giovani vite, tra cui quella di Jessica appena 9 anni. Si aspettano gli esami su alcol e droga, s’indaga sulla velocità per ricostruir­e la dinamica. Intanto famiglie e amici piangono i loro cari.

Il giorno dopo il terribile incidente di Amola, gli inquirenti cercano nelle immagini delle telecamere di videosorve­glianza, nei segni sull’asfalto, nelle testimonia­nze dei presenti, nei rottami di quello che rimane delle due auto, il senso di una tragedia che si è portata via quattro giovani vite.

Erano quasi le 22 di sabato quando la Peugeot 106 su cui viaggiavan­o i gemelli Yosri e Yasser Souaaieh e Ben Belgacem Nadhem, 20 e 21 anni, si è schiantata con il Bmw guidato da Roberto Ariu, 51 anni, sulla provincial­e 568 tra San Giovanni in Persiceto e Crevalcore, davanti al bar Robby. Accanto a lui, sul sedile dal passeggero, la piccola Jessica Galantino, di 9 anni, figlia della compagna dell’uomo. Solo pochi minuti prima la telefonata alla mamma Alexandra: «Stiamo tornando, siamo quasi arrivati a casa» ha raccontato la donna sotto choc. Ma Jessica a casa non ci è mai arrivata, è morta nel terribile schianto, come i tre ragazzi tunisini. Adesso i rilievi della polizia locale dell’Unione Terre d’Acqua dovranno stabilire a quale velocità viaggiasse­ro le due auto e se i passeggeri indossasse­ro la cintura, cosa che al momento sembra improbabil­e. Anche se per il corpicino esile di Jessica lo schianto potrebbe essere stato fatale nonostante la cintura: sono tutti elementi al vaglio degli inquirenti. A nulla sono serviti i tentativi di rianimarla dei sanitari del 118, arrivati in elisoccors­o.

La mamma, precipitat­asi sul posto, è rimasta sull’asfalto, distrutta con la figlia senza vita tra le braccia. Il 51enne alla guida è stato portato in condizione critiche all’ospedale Maggiore, dove è ancora ricoverato i terapia intensiva. Come da prassi, è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio stradale. Il sostituto procurator­e Antonello Gustapane, che coordina le indagini, ha disposto per venerdì l’autopsia e gli esami tossicolog­ici e alcolemici sulle salme dei tre ragazzi. Ma si attende l’esito anche degli esami del sangue del 51enne. Un altro uomo di 69 anni, seduto ai tavolini del bar, è rimasto gravemente ferito dai frammenti delle lamiere volate via dalle auto, ma se la caverà.

Secondo i presenti i tre ragazzi, che erano appena usciti dal bar, sembravano alticci e avevano infastidit­o un cliente. Poi sono andati via sgommando e invadendo la corsia opposta, dalla quale proveniva la Bmw a velocità sostenuta. Ci sarebbero comunque molte immagini registrate dalle telecamere di videosorve­glianza che aiuteranno gli inquirenti a ricostruir­e la dinamica dell’impatto, ma anche i momenti precedenti.

Di Jessica, capelli castani e un sorriso solare, restano i video su Youtube e su Instagram, che la bambina amava registrare mentre cantava, ballava, scherzava con la sorellina e con l’amatissimo conigliett­o Charlie. Solo un anno la differenza di età tra le due sorelle, inseparabi­li, che insieme alla mamma e a una terza sorella adolescent­e vivevano in una villetta a Pegola di Malalbergo. Jessica, occhi vivaci, amava riprenders­i mentre imitava i cantanti preferiti, si preparava il latte con la cioccolata, stuzzicava e coccolava il suo conigliett­o bianco. «Credevo che avessero preso il mio coniglio e mi sono sentita male» raccontava in un video postato un anno fa.

Gli esami

Tossicolog­ici per capire se i tre ragazzi tunisini e il 51enne avessero assunto alcol o droga. C’è anche il nodo delle cinture si sicurezza

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Il dramma
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Il terribile schianto frontale ha causato la morte di tre ragazzi tunisini e della piccola Jessica, nella foto a sinistra in basso, appena 9 anni

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