Corriere di Bologna

«Mi spiace che l’anno finisca così È per la salute»

- Da. Cor. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La citazione iniziale — lui che ne sceglie sempre una, quando i momenti sono solenni — questa volta è una poesia di Tonino Guerra, «Amarcord» si intitola. Versi che parlano di un uomo che, a 50 anni, ha sempre le mani pulite. «Ma è quando mi vedo le mani sporche che io mi ricordo di quando ero ragazzo», recita il poeta romagnolo. Introduce così, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari il suo saluto agli studenti che fra pochi giorni si troveranno ad affrontare l’esame di Maturità. «Mi dispiace sinceramen­te — ha scritto Versari ai maturandi — che abbiate dovuto concludere la vostra esperienza scolastica reciprocam­ente lontani, senza potervi ritrovare. Ma sperso abbiate compreso che è stata una scelta dolorosa, presa per salvaguard­are la salute di tanti». E ancora: «Niente più sarà come è stato finora, so bene che siete agitati da un’ansia di fondo. Certo, c’è la paura dell’esame. C’è pure la tristezza di quello che avete vissuto in questi mesi e c’è il timore per il futuro verso cui vi volgete, coperto dalle nuvole minacciose della recessione economica. Queste difficoltà saranno il segno della vostra generazion­e». Ma, esorta Versari, «quando direte ai vostri figli “noi che abbiamo vissuto la pandemia del 2020”, dovrete poter aggiungere quello che ne avete fatto, di questa esperienza. Cosa, camminando con le vostre gambe e “sporcandov­i le mani”, avrete portato di buono nel mondo. Perché a tutte le generazion­i, con prove più o meno gravose, tocca volgere il male in bene». Versari ci tiene dunque a sottolinea­re alcuni insegnamen­ti lasciati dalla pandemia. «Durante il lockdown avete usato i social per restare in contatto con i vostri amici e i computer per le lezioni a distanza — scrive Versari — , spero abbiate anche prestato attenzione a come il mondo stava reagendo». Versari cita il lavoro di medici e operatori sanitari, che hanno rischiato e perso la vita nella lotta contro il Covid. «Riascoltat­e online le loro testimonia­nze — esorta — e riflettete sulla loro sperienza. Fra i tanti possibili, un insegnamen­to che potrete trarne è che nella vita è importante sapere, sapere fare e sapere essere. Il mondo ha bisogno di sapienza, cultura, studio e dedizione, umiltà e relazioni umane positive». Ma non solo: «Da questi mesi potrete trarne un ulteriore insegnamen­to, cioè che colore che fanno migliore il mondo non sono quelli che appaiono, che hanno tanti like. Quelli che contano, anche se non lo danno a vedere, sono altri, quelli che “sono” e che “ci sono”, quelli che “si sporcano le mani”».

Imparate da pandemia, a tutte le generazion­i tocca volgere il male in bene

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