Tour in comune e mostre Nasce l’allenza delle gallerie
Il progetto di Galleriapiù, Studio G7, Otto Gallery, Enrico Astuni, De’ Foscherari e Car Drde
Gallerie in rete, ma non sul digitale. Il mondo dell’arte s’inventa nuovi percorsi e modalità per rientrare nella realtà, quella fisica e sensoriale., anche a Bologna. In città parte oggi l’iniziativa «Gallery to Gallery» con sottotitolo «support local galleries» ideata da Veronica Veronesi di Galleriapiù insieme ad altri 5 colleghi ovvero Studio G7, Otto Gallery, Enrico Astuni, De’ Foscherari e Car Drde.
Gli appassionati, con i collezionisti in prima fila, potranno prenotarsi presso una delle sei gallerie per partecipare a un tour guidato con il gallerista di riferimento a tutti e sei gli spazi espositivi. Una passeggiata nel centro della città, attraversando realtà che producono arte accomunate da un simile approccio al sistema che non si limita alla sola esposizione.
«Non avevo voglia di ripartire facendo finta di nulla. Impossibile non contemplare quello che succede nel mondo e così ho pensato di riproporre a Bologna quello che sta avvenendo a Parigi, New York, Los Angeles dove i galleristi hanno creato progetti ad hoc, tutti insieme», spiega Veronesi. Tour dedicati. Visite in spazi diversi senza ‘gelosie’, ma anzi condividendo contatti e conoscenze.
Un’occasione per «riattivare corpo e cervello» e per supportare attività e operatori culturali, un po’ come succede (e spesso si ripete ‘aiutiamoli’) per altre settori dell’economia come ristoranti e bar.
«Dopo questa inflazione digitale è necessario un ritorno fisico negli spazi espositivi. L’iniziativa sfrutta una metafora sportiva, con le gallerie che fanno staffetta e al centro i campioni, ovvero chi fa il contemporaneo». Fare rete, andare in goal. Riattivare lo sguardo e l’invito a consumare l’arte attivamente e a tornare a vivere la galleria come luogo di scambio culturale, questo il senso di Gallery to Gallery, da praticare preferibilmente con scarpe comode: il tour, con piccoli gruppi di 4 o 5 persone, durerà almeno un paio d’ore camminando per le vie della città.
Archivi, retrospettive, work in progress, nuove mostre, ecco cosa propongono i sei galleristi che hanno riaperto il 18 maggio. La Otto Gallery propone un concentrato della sua storia allestendo nelle sue sale opere di precedenti mostre pubblicate sui social durante il lockdown, da Tirelli ad Arcangelo, passando per Pizzi Cannella a Zorio, Barclay, Carboni, Caccioni, fino a Urs Lüthi l’ultimo in mostra.
Attinge al proprio ricco magazzino anche De’ Foscherari riproponendo un excursus della galleria con i lavori dei propri artisti come Schifano, Parmigiani, Marisaldi in una sorta di work in progress, monta/smonta. Visibili anche tre installazioni del concettuale Michele Zaza reduce dalla personale del dicembre scorso.
Alla G7 prosegue la mostra Chiaroscuro inaugurata il 28 maggio. Una collettiva che, con un curatore e due start up cittadine, propone una fruizione insolita: ingresso dagli uffici con immagini digitali e poi il passaggio nelle sale reali con le opere ‘vive’: riflessione sui nostri sensi e sulla relazione delle proporzioni.
La curatela espansa caratterizza la proposta di Galleriapiù che ha messo in rete le opere del proprio magazzino lasciando che siano i navigatori a segnalare il lavoro da esporre e magari andare in galleria e allestirlo personalmente con ‘racconto’ sui social. Interazione totale e contenuti in divenire, e in accumulo, fino alla fine della rassegna prevista per il 24 luglio.
Prosegue la personale di Elia Cantori, Shadows in process alla Drde, ma dopo il 27 giugno si vedranno opere degli artisti della galleria e lavori in archivio mai mostrati.L’ultima a partire sarà la Galleria Astuni e lo farà con l’inaugurazione di Vado al Massimo, retrospettiva curata da Luca Beatrice che si aprirà sabato 20 giugno con opere di Cattelan, Ontani, Paolini e tanti altri.Infine, ultimo gioco, i visitatori potranno postare il percorso effettuato con i galleristi scaricando una mappa digitale condividendo così l’esperienza.
Veronica Veronesi Non si poteva ripartire facendo finta di nulla Riproponiamo quello che sta avvenendo a New York, lì i galleristi hanno creato progetti insieme