La psicologia di Donald J. Trump, l’artista homeless e un autoritratto Tutte le storie dentro il Biografilm
La pianista e performer giapponese Eriko Makimura, un Donald Trump sviscerato dal punto di vista psicologico, l’artista danese Jorgen Leth rimasto senza tetto dopo l’ennesimo terremoto ad Haiti e la giovane Claudia, donna di vent’anni con problemi motori che si rivolge a un assistente sessuale dopo anni di tormenti. E’ vero che l’edizione in corso del «Biografilm» quest’anno scorre in streaming sulla piattaforma digitale MYmovies, in attesa del gran finale di lunedì 15 con Gli anni che cantano di Filippo Vendemmiati in una sala reale, il Pop Up Medica Palace alla prima riapertura. Ma, virtuale o non virtuale, la materia prima del festival bolognese resta pur sempre legata alle storie. Ai racconti di vita che si stanno succedendo anche in questa prima edizione diretta dalla finlandese Leena
” Self portrait La storia di Lene Marie Fossen, morta a 33 anni di anoressia, fa luce su una serie di pregiudizi
Pasanen. Oggi alle 17, per esempio, Being Eriko del regista danese Jannik Splidsboel accenderà i riflettori su una pianista classica di grande talento come Eriko Makimura, enfant prodige che prima dei trent’anni ha deciso di disfarsi del suo passato per iniziare a sperimentare altre forme artistiche. #Unfit - The Psychology of Donald J. Trump di Dan Partland, domani alle 14 e raccomandato dalla stessa direttrice artistica, è invece un documentario che approfondisce la psicologia di Donald Trump con esperti di salute mentale che rivelano i loro dubbi e un’associazione di medici e ricercatori che sostiene l’assoluta instabilità del presidente americano.
Self Portrait di Katja Hogset, Margreth Olin e Espen Wallin è invece dedicato alla norvegese Lene Marie Fossen, fotografa di talento sofferente di anoressia morta a soli 33 anni nello scorso ottobre, che dall’età di dieci anni aveva quasi smesso di mangiare ma decisa a confrontarsi con la sua malattia per far luce sui pregiudizi che la accompagnano. Giovedì, invece, ecco I
Walk dell’82enne poeta e artista danese Jørgen Leth, che in passato ha collaborato anche con Andy Warhol e che ha perso la sua casa durante il terremoto a Haiti. Il film si pone come un autoritratto sconvolgente di Leth mentre cerca disperatamente di scrollarsi di dosso i suoi incubi. Because of my body di Francesco Cannavà documenta infine la difficile esistenza di Claudia, una 20enne affetta da una grave disabilità motoria, che tuttavia avverte delle naturali pulsioni sessuali. Inizierà a esplorare il proprio corpo e anche il personale diritto al piacere grazie a Marco, un ‘love giver’ che la assiste in un percorso di scoperta e di esperienza seguendo un protocollo sperimentale.