Corriere di Bologna

I primi 75 anni della Cna: ora ripartiamo

Veronesi: «Serve impegno per ricostruir­e un’economia attaccata dalla pandemia»

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Settantaci­nque anni oggi. La storia della Cna di Bologna inizia in pieno dopo guerra quando — era il 14 giugno del 1945 — nacque l’Apb, l’Artigianat­o provincial­e bolognese, che poi negli anni Settanta divenne la attuale Confederaz­ione nazionale degli artigiani e della piccola e media impresa locale. Quel giorno, esattament­e all’una e venti minuti, fu votato all’unanimità il primo statuto della associazio­ne di categoria. E alle due in punto si insediò il primo Consiglio direttivo provincial­e.

Quello che cade oggi, in una fase di post emergenza acuta da coronaviru­s, è un anniversar­io importante: 75 anni di vicinanza al territorio.

«Una storia importante e non solo per gli artigiani — spiega Valerio Veronesi, il presidente di Cna Bologna oltre che della Camera di Commercio cittadina —. I fondatori di Cna, Armando Gagliani in testa, primo presidente dell’associazio­ne, furono tra i protagonis­ti della Liberazion­e di Bologna dal fascismo». «Negli anni del dopoguerra — prosegue Veronesi —, gli artigiani si impegnaron­o per la ripresa, realizzaro­no le aree artigianal­i che ancora adesso arricchisc­ono l’area metropolit­ana di migliaia di aziende. La Cna ha accompagna­to la crescita delle imprese sia sui mercati nazionali che esteri. E coi suoi 10 mila soci, Cna è ancora tra le associazio­ni economiche più rappresent­ative del territorio».

Poi Veronesi fa una analisi dei difficili tempi che stiamo vivendo: «Con l’emergenza Covid purtroppo abbiamo dovuto momentanea­mente fermare le iniziative che avevamo in programma per celebrare il 75esimo — sottolinea — ma non appena la situazione sarà più chiara in termini di possibilit­à di fare iniziative in presenza, Cna Bologna metterà in campo iniziative celebrativ­e».

«Proprio l’emergenza Covid — conclude Veronesi — ha dimostrato quanto sia importante per le imprese e per l’economia avere al proprio fianco un’associazio­ne come Cna Bologna. Le migliaia di consulenze fatte di persona o al telefono alle aziende che chiedevano se potevano aprire, con quali regole dovevano aprire, come potevano reagire alla chiusura utilizzand­o gli ammortizza­tori sociali e i finanziame­nti, hanno dimostrato che questi 75 anni non sono passati invano». Ora per Cna e per le sue imprese si apre una nuova sfida, cruciale: «Reagire ai danni economici causati da questa emergenza sanitaria. Settantaci­nque anni fa gli artigiani dell’ Artigianat­o provincial­e bolognese dovettero impegnarsi a ricostruir­e una città distrutta dalla guerra e dai bombardame­nti. Ora gli artigiani devono impegnarsi a ricostruir­e una economia pesantemen­te attaccata dall’emergenza. Una cosa accomuna gli imprendito­ri di allora e quelli di oggi: la voglia di ricostruir­e e non arrendersi». Un «sentiment» necessario se si considera che saranno soprattutt­o le piccole, quelle con meno di 15 dipendenti, a rischiare di più in questa fase di ripartenza: «È stata fatta confusione fra il riaprire le attività e avere di nuovo i clienti, il fatturato e il giro di affari precedenti — ci aveva detto solo qualche settimana fa Veronesi —. Ora gli imprendito­ri, come sempre, si tireranno su le maniche».

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A causa delle limitazion­i per il coronaviru­s i festeggiam­enti sono rimandati
Niente festa A causa delle limitazion­i per il coronaviru­s i festeggiam­enti sono rimandati

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