I primi 75 anni della Cna: ora ripartiamo
Veronesi: «Serve impegno per ricostruire un’economia attaccata dalla pandemia»
Settantacinque anni oggi. La storia della Cna di Bologna inizia in pieno dopo guerra quando — era il 14 giugno del 1945 — nacque l’Apb, l’Artigianato provinciale bolognese, che poi negli anni Settanta divenne la attuale Confederazione nazionale degli artigiani e della piccola e media impresa locale. Quel giorno, esattamente all’una e venti minuti, fu votato all’unanimità il primo statuto della associazione di categoria. E alle due in punto si insediò il primo Consiglio direttivo provinciale.
Quello che cade oggi, in una fase di post emergenza acuta da coronavirus, è un anniversario importante: 75 anni di vicinanza al territorio.
«Una storia importante e non solo per gli artigiani — spiega Valerio Veronesi, il presidente di Cna Bologna oltre che della Camera di Commercio cittadina —. I fondatori di Cna, Armando Gagliani in testa, primo presidente dell’associazione, furono tra i protagonisti della Liberazione di Bologna dal fascismo». «Negli anni del dopoguerra — prosegue Veronesi —, gli artigiani si impegnarono per la ripresa, realizzarono le aree artigianali che ancora adesso arricchiscono l’area metropolitana di migliaia di aziende. La Cna ha accompagnato la crescita delle imprese sia sui mercati nazionali che esteri. E coi suoi 10 mila soci, Cna è ancora tra le associazioni economiche più rappresentative del territorio».
Poi Veronesi fa una analisi dei difficili tempi che stiamo vivendo: «Con l’emergenza Covid purtroppo abbiamo dovuto momentaneamente fermare le iniziative che avevamo in programma per celebrare il 75esimo — sottolinea — ma non appena la situazione sarà più chiara in termini di possibilità di fare iniziative in presenza, Cna Bologna metterà in campo iniziative celebrative».
«Proprio l’emergenza Covid — conclude Veronesi — ha dimostrato quanto sia importante per le imprese e per l’economia avere al proprio fianco un’associazione come Cna Bologna. Le migliaia di consulenze fatte di persona o al telefono alle aziende che chiedevano se potevano aprire, con quali regole dovevano aprire, come potevano reagire alla chiusura utilizzando gli ammortizzatori sociali e i finanziamenti, hanno dimostrato che questi 75 anni non sono passati invano». Ora per Cna e per le sue imprese si apre una nuova sfida, cruciale: «Reagire ai danni economici causati da questa emergenza sanitaria. Settantacinque anni fa gli artigiani dell’ Artigianato provinciale bolognese dovettero impegnarsi a ricostruire una città distrutta dalla guerra e dai bombardamenti. Ora gli artigiani devono impegnarsi a ricostruire una economia pesantemente attaccata dall’emergenza. Una cosa accomuna gli imprenditori di allora e quelli di oggi: la voglia di ricostruire e non arrendersi». Un «sentiment» necessario se si considera che saranno soprattutto le piccole, quelle con meno di 15 dipendenti, a rischiare di più in questa fase di ripartenza: «È stata fatta confusione fra il riaprire le attività e avere di nuovo i clienti, il fatturato e il giro di affari precedenti — ci aveva detto solo qualche settimana fa Veronesi —. Ora gli imprenditori, come sempre, si tireranno su le maniche».