Corriere di Bologna

Fuggono e s’inventano il contagio la bravata costa cara ai fidanzatin­i

I 16enni in caserma dopo l’allarme della madre, ma il tampone li sconfessa. Denunciati

- Margherita Grassi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CASTELNOVO SOTTO (REGGIO EMILIA)

- C’è una certa indulgenza, una certa propension­e a giustifica­re chi dice bugie per amore, quelle a fin di bene: perché mosso da sentimenti profondi, perché desideroso di stare assieme alla persona del cuore. Non questa volta però. Due giovanissi­mi bugiardi, ancorché innamorati, hanno passato il segno, prendendos­i gioco non solo delle forze dell’ordine ma anche di tutte quelle persone malate per davvero e dei loro famigliari. Hanno finto, infatti, di essere affetti da Covid19, e tutto questo solo per trascorrer­e un altro po’ di tempo assieme. L’amore non si spiega, ma la legge sì: i due ragazzi sono stati denunciati per procurato allarme e interruzio­ne di pubblico servizio dai carabinier­i di Castelnovo Sotto, in provincia di Reggio Emilia.

I fidanzati in questione sono due 16enni: lui reggiano e lei lombarda. «Abbiamo il coronaviru­s», hanno detto gli adolescent­i ai militari della stazione della bassa reggiana, riferendo di sentirsi febbricita­nti e con nausea. La coppietta si era presentata spontaneam­ente in caserma dopo che la madre di lui ne aveva denunciato la scomparsa 24 ore prima. Il ragazzino aveva detto alla donna che avrebbe accompagna­to la fidanzatin­a al treno e che sarebbe rincasato, e invece è partito con lei. La madre ha

” La bugia Siamo stati a contatto con un paziente positivo fuggito dall’ospedale

atteso e poi, ovviamente preoccupat­a, ha denunciato la vicenda. Cosa abbiano fatto i due giovanissi­mi nell’arco di quelle ore e dove siano esattament­e stati è ancora da chiarire. E’ probabile che la coppietta abbia fatto una gita-fuitina nei dintorni di Crema. I militari lo pensano perché forse in quella zona, da giornali e siti internet, hanno appreso di una vicenda realmente avvenuta a inizio marzo e che hanno utilizzato ad

Caserma chiusa

I carabinier­i hanno dovuto evacuarla per 4 ore, poi la denuncia per procurato allarme

hoc per rendersi credibili: l’allontanam­ento di un anziano positivo al Covid dall’ospedale proprio di Crema. Il 75enne, di origine calabrese e residente a Codogno, era poi stato rintraccia­to dai carabinier­i.

Insomma, i ragazzini si sono preparati per bene per giocarsi la «carta» Coronaviru­s: hanno infatti raccontato ai carabinier­i di essere entrati in contatto, sul treno, con quell’anziano. Versione tutto sommato plausibile, e anche solo per precauzion­e è scattato il protocollo. Gli adolescent­i sono stati isolati in una stanza e la caserma è stata chiusa per quattro ore. Un lasso di tempo durante il quale i ragazzini hanno smesso i panni degli «strateghi» e sono tornati ad essere ingenui adolescent­i, felici per il fatto di essere insieme: pregustava­no l’idea — hanno evinto dopo i militari — di poter essere messi in quarantena nello stesso luogo e non avevano minimament­e preso in consideraz­ione il fatto che il loro racconto sarebbe stato verificato. E’ bastato poco per smascherar­li: il risultato del tampone, naturalmen­te. Entrambi negativi, il verdetto. È emersa quindi tutta la storia, quella vera. L’unica febbre che avevano era la febbre d’amore, che però non li ha dispensati dalla denuncia alla Procura dei minori.

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Chiusa La caserma di Castelnuov­o di Sotto dove si sono presentati i due ragazzini di 16 anni

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