Tper, il 2019 chiuso a 271 milioni Ma preoccupano i danni da Covid
Gualtieri: siamo un’azienda solida, confermiamo gli investimenti
Gli ottimi numeri con cui Tper ha chiuso il 2019, l’ultimo decreto firmato dal presidente del Consiglio e i fondi in arrivo dal governo per il trasporto pubblico locale fanno ben sperare per il futuro. «Tper è una società sana, solida — sottolinea la presidente Giuseppina Gualtieri — e saremo parte di questa importante fase di ripartenza del territorio, confermando tutti gli investimenti pianificati: l’acquisto di 240 nuovi mezzi nei prossimi anni, il mantenimento dei livelli occupazionali e il piano delle assunzioni». Con l’imminente ingresso di 21 nuovi conducenti e una selezione di personale prima dell’autunno «in modo da essere pronti per il potenziamento delle corse in occasione della riapertura dell’anno scolastico», aggiunge il direttore Paolo Paolillo.
Nonostante i mancati ricavi registrati in questi tre mesi di emergenza coronavirus a causa del crollo dell’utenza, precipitata anche alla percentuale inedita del 5%, la possibilità di poter ora tornare a «riempire» gli autobus — il Dpcm appena firmato aumenta la capienza dei mezzi al 60% con i passeggeri in fila indiana anche da seduti — consente a Gualtieri di rassicurare sulla tenuta del gruppo. In una recente intervista al Corriere, il sindaco Virginio Merola aveva sottolineato la necessità di mettere in sicurezza le partecipate e suggerito («nel timore che la crisi sanitaria durasse più a lungo») non solo di andare avanti con la costruzione di una azienda dei trasporti regionale ma anche di prendere in considerazione la fusione con Autostazione con annesso conferimento della sede.
Forte di un bilancio 2019 che registra ricavi per 271 milioni di euro (9,8 in più rispetto al 2018), un utile netto di 5,2 milioni e di una crescita dei passeggeri su treni e bus del 2,1% con 164 milioni di viaggi, di cui 138 milioni solo a Bologna, Gualtieri ringrazia il sindaco «per la grande attenzione dimostrata che non può che farci piacere» e analizza: «La nostra sede ha sicuramente necessità di riqualificazione, anche in un’ottica di sostenibilità, ma sull’operazione con l’autostazione saranno i soci a valutare se il percorso è strategico oppure no». «Come abbiamo fatto in passato — chiarisce — , noi come azienda abbiamo un compito: fare insieme alle istituzioni un’istruttoria tecnica per valutarne la fattibilità». Sempre il sindaco aveva valutato il bisogno di un’iniezione di 30 milioni di euro post emergenza. «Avremo anche noi un impatto negativo dal Covid-19 — ammette la numero uno di via Saliceto — , il dettaglio delle perdite lo sapremo solo a luglio, ma questo “anno zero” per il settore non impatterà sugli investimenti già programmati».
Nel frattempo, i numeri record dell’anno scorso. I 271 milioni di ricavi hanno coperto i 241 milioni di costi, aumentati di 8,6 milioni sul 2018 (più costi per personale, materie prime e servizi), e il risultato di esercizio è in linea con le previsioni: 17,2 milioni di ammortamenti che danno continuità alla stagione degli investimenti. Per esempio, i 25,7 milioni in acquisto di bus «ecologici» (74 nel 2019, tra cui i primi bus a metano liquido d’Europa anche per le linee extraurbane), bigliettazione elettronica tramite la piattaforma «Roger» e impianti di videosorveglianza. Bene anche il bilancio consolidato di gruppo: utile netto di 6,9 milioni, patrimonio netto di 162 (150 milioni solo per la capogruppo) e ricavi per 328,3 milioni (+11,4 milioni sul 2018).