Passante, Roma apre alle modifiche
Aperta la conferenza dei servizi: ok alle corsie di emergenza, al verde e alla viabilità complementare
Il Passante va avanti tornando indietro: nella prima riunione della Conferenza dei Servizi, Regione e Comune incassano il sì del ministero dei Trasporti a tre modifiche chieste rispetto al progetto Autostrade di ampliamento in sede dell’asse tangenziale-autostrada: corsie di emergenza, opere di mitigazione e opere accessorie alla viabilità.
Il Passante di Bologna va avanti, ma guardando al passato e strappando al progetto di Autostrade, quello di allargamento in sede di tangenziale e autostrada, licenziato durante il governo giallo-verde e che aveva fatto i conti con gli attriti interni al Movimento Cinque stelle, le migliorie richieste dagli enti locali.
Più sicurezza, dunque, con la creazione di corsie d’emergenza anche in tangenziale; quindi un aumento delle mitigazioni ambientali e, infine, maggiore integrazione con altre opere per la mobilità bolognese.
Durante la prima riunione della Conferenza dei Servizi che si è svolta ieri in videoconferenza, il Comune, la Regione Emilia-Romagna e la Città metropolitana hanno incassato il via libera del ministero dei Trasporti a queste tre modifiche chieste rispetto al progetto di ampliamento in sede dell’asse tangenziale-autostrada denominato «A evoluta»: l’ultima versione dell’infrastruttura che era stata approvata dall’ex ministro del governo gialloverde Danilo Toninelli nel 2019 e che in sintesi prevedeva un allargamento per il tratto urbano dell’autostrada A14 portandola così a tre corsie più quella d’emergenza e per quanto riguarda la tangenziale «solo» un potenziamento trasformandola per lunghi tratti a tre corsie più banchine e un ampliamento a quattro solo dallo svincolo 6 all’8.
Dando seguito al contenuto della delibera approvata lunedì dal Consiglio comunale gli enti locali hanno insistito affinché la corsia d’emergenza in tangenziale sia prevista nel progetto definitivo e poi in quello esecutivo, ma hanno anche aggiunto la richiesta di implementare il verde e le barriere foniche lungo il tracciato per ridurre l’impatto dell’intervento. Infine, di adeguare il progetto anche al sistema tranviario che da qui ai prossimi anni Bologna si vorrà dare prevedendo un cronoprogramma con altre infrastrutture del territorio.
Modifiche che Palazzo d’Accursio, Palazzo Malvezzi e Viale Aldo Moro quantificano in 150 milioni di euro, su un costo totale dell’opera che si aggirerebbe intorno al miliardo: la soluzione di Toninelli prevedeva invece un risparmio di 120 milioni di euro sui 715 milioni stimati nel progetto originario. I costi e la posizione che assumerà Autostrade restano quindi i fondamentali nodi da sciogliere, ma intanto ieri dagli amministratori locali si sono mostrati molto ottimisti per le aperture avute dal Mit: nei prossimi giorni saranno forniti i dati tecnici che giustificano a sostegno delle nuove proposte.
«Siamo molto soddisfatti, l’avvio della Conferenza è stato caratterizzato da una positiva apertura verso le nostre proposte — commentano l’assessora comunale all’Urbanistica e Ambiente, Valentina Orioli, e l’assessore alla Mobilità Claudio Mazzanti —. Il ministero ha riconosciuto che è necessario rivedere il progetto e questo è un primo passo significativo». Il Passante forma, insieme alla bretella Campogalliano-Sassuolo e alla Cispadana, il tris di opere che la Regione vuole portare a termine da qui ai prossimi anni e per l’assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture, Andrea Corsini, il clima vissuto ieri è positivo: «Con queste modifiche incidiamo in modo significativo sull’impatto ambientale — spiega —–. Ripartire queste opere è un altro segnale di ripresa per uscire da questa difficile fase». Per Marco Monesi, consigliere metropolitano con delega alla Viabilità, «è necessario che le opere di adduzione proseguano il loro iter autorizzativo».
Umore opposto da parte dei comitati schierati contro il Passante in attesa di «capire cosa uscirà fuori da questa fase interlocutoria, ma possiamo già dire che sarà un’opera più impattante rispetto a quelle precedenti, perché l’ultima versione limitava l’intervento. Confidiamo anche nel Tar dove pende ancora il nostro ricorso, riteniamo già irrituale che si vada alla Conferenza dei Servizi senza un progetto chiaro e definitivo».
«Sarà un’opera più impattante rispetto a quelle precedenti, l’ultima versione limitava l’intervento. E al Tar pende ancora il nostro ricorso»