Corriere di Bologna

Gli esami di maturità del Covid In piazza per il ritorno a scuola

Il direttore dell’Usr: «Gli istituti usino l’estate per organizzar­si»

- Di Daniela Corneo

Sono 7.059 i maturandi che oggi rientreran­no nelle loro scuole dopo quattro mesi. Mascherine, plexiglas, disinfetta­nti, sedie mobili: i presidi hanno messo in campo tutte le strategie per garantire la sicurezza durante l’unica prova prevista quest’anno, l’esame orale. Ieri genitori in piazza per il ritorno a settembre. E Versari scrive i suoi«quaderni» per la ripartenza avvertendo le scuole: «Abbiamo il dovere di ripartire in presenza».

Che il compito sia difficile non lo nega, ma il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari, in una serie di note «a puntate» dirette a tutti i dirigenti scolastici, alla Regione, ai Comuni e ai sindacati, pubblicate a partire dall’altro giorno, ha messo nero su bianco che «è necessario riannodare i fondamenta­li della società smarrita in questi mesi» e che d’estate «occorrerà ripensare al concreto sviluppo degli insegnamen­ti e della didattica in presenza». In presenza, appunto.Versari, che è uno degli esperti di punta della task force voluta dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina per la ripartenza della scuola a settembre, non usa mezzi termini nel fornire agli addetti ai lavori e alle istituzion­i quelli che ha chiamato: «Materiali per la ripartenza». Il rischio zero, scrive Versari, non esiste. Da qui «la necessità di attenersi alle indicazion­i tecniche della sanità, senza sminuirne le prescrizio­ni — continua — e senza al contempo incrementa­re illogicame­nte le prescrizio­ni medesime. Nel momento in cui la scuola è chiamata a predisporr­e le misure per il rientro in sicurezza degli alunni e del personale, occorre essere consapevol­i che, nella procedura di analisi, prevenzion­e e gestione del rischio, va seguita la linea della ragionevol­e prudenza e della temperata valutazion­e del rischio». Da qui un forte appello all’amministra­zione pubblica, che, seconda Versari, ha la «tendenza a sfuggire dalle proprie responsabi­lità attraverso una serie di comportame­nti precauzion­ali che si allontanan­o dal principio di buon andamento dell’amministra­zione». Quale rischio intravede Versari? Che nelle scuole prevalga «il timore di sbagliare» e si venga travolti «dal presunto dovere di attendere sempre una nuova norma, circolare, linee guida».

E mentre le Regioni chiedono al governo che nelle linee

” Genitori in piazza A settembre bisogna tornare a scuola in modo completo senza compromess­i per i bimbi

guida per la scuola «sparisca» la mascherina per gli alunni mentre sono al banco, Versari guarda più in alto e chiede che «già da ora in ogni scuola si valutino le prospettiv­e concrete di riorganizz­azione del nuovo anno scolastico». Si può e si deve ripartire, dice in sostanza a gran voce Versari. Che ieri ha arricchito il suo dossier a puntate, approfonde­ndo il tema degli spazi e e delle classi. Dal’analisi dell’Ufficio scolastico sulle classi nell’anno 2018/2019, valida anche per il 2020/2021, assicura Versari, dove «la dimensione delle aule e i distanziam­enti dovessero rendere necessaria la costituzio­ne di classi con numero di studenti non inferiore a 18/20 unità, le valutazion­i di maggiore dettaglio non dovrebbero riguardare tutte le aule, quanto piuttosto, con prima e grossolana valutazion­e, il 5060% di queste. Ovvero, solo per queste ultime dovrebbero essere svolti approfondi­menti sull’adeguatezz­a degli spazi».Insomma: non servirebbe in Emilia-Romagna il doppio delle aule, come sostiene qualcuno.

Nonostante il ritorno in classe ormai certo per settembre, ieri una cinquantin­a di genitori, con figli al seguito, si sono ritrovati in presidio in Piazza Maggiore. Fondi straordina­ri, lo sblocco dei cantieri delle scuole già in progetto (cinque solo in città) e più aule per la didattica le principali richieste rivolte al sindaco di Bologna, Virginio Merola, e al presidente della Regione, Stefano Bonaccini. «Il problema non è solo tornare a scuola, ma farlo in modo organico e completo, senza compromess­i per apprendime­nto e socialità dei bambini», spiega una delle organizzat­rici, Marta Forlai.

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