La filosofa che riabilita il buio. «Non è solo negativo»
Il bene, la conoscenza e la verità abbinati alla luce, mentre al buio restano invece falsità e oscurantismo. Una dicotomia che si riverbera anche sul bianco e sul nero tanto che persino le notti, per essere vissute positivamente, devono diventare bianche come quelle che negli ultimi anni hanno animato le nostre città. Eppure anche il nero può risultare scintillante, come ricorda persino il termine inglese «black», derivante da una radice che rimanda al verbo splendere.
In un nuovo volume della collana «Voci» edita dal Mulino, Francesca Rigotti, filosofa che insegna all’Università della Svizzera italiana, ci invita a percorrere proprio i meandri del buio. Grazie anche a guide come Omero, Leopardi, Lucrezio, Diderot, Rousseau, Novalis e Camilleri. Il volume di 136 pagine verrà presentato oggi alle 18,30 dalla stessa autrice per il ciclo «Dialoghi tra le righe», in diretta Facebook sulla pagina del Mulino, in dialogo con Alessia Graziano.
Buio e luce, scrive in avvio Rigotti, non sono necessariamente contrapposti. Citando Parmenide, «tutto è pieno ugualmente di luce e di notte oscura, uguali ambedue, perché con nessuna delle due c’è il nulla». Insomma, il buio non è solo un negativo che rappresenta la mancanza di luce: «Oscurità e vuoto, talvolta buio e acqua, sono lo scenario primordiale a partire dal quale si compie il divenire del mondo nel momento in cui acquista forme, contorni e colori».
Ma non è solo un problema di definizioni, perché la notte buia è il regno dell’ immaginazione :« Trale pieghe dell’oscurità si annidano le idee, come bambini della notte che, prima di uscire alla luce, se ne stanno al buio nell’utero materno e lì vengono nutriti, tenuti al caldo e protetti, lì crescono e si sviluppano».
L’ autrice cita anche il frontespizio dell ’« Enciclopedia» di Diderot e D’Alembert, programma dell’Illuminismo in quanto rischiaramento del mondo tramite la luce della ragione. Il buio resta però un’esperienza in grado di avere riverberi anche sulla qualità della nostra vita attuale, «sensibilmente peggiorata dall’eccesso di luce, dentro e fuori delle nostre abitazioni. Trovare il buio oggi, magari per riuscire a contemplare le stelle cadenti, è diventato un fattore di lusso». Impresa peraltro impossibile anche in casa, viste «le infinite lucine degli apparecchi che non si riescono a spegnere neanche volendolo».(p.d.p.)