Con i film, l’orchestra torna in piazza
Sarà un festival, se possibile, ancora più diffuso in città di quanto non lo fosse in passato. Fugata la grande paura dell’annullamento per l’emergenza Covid-19, il festival Il Cinema Ritrovato, fiore all’occhiello alla Cineteca di Bologna, si riproporrà a fine agosto con molte novità. Legate anche allo slittamento in coda all’estate, a ridosso della Mostra del Cinema di Venezia di inizio settembre, a cui il festival bolognese sul cinema del passato cederà idealmente il testimone.
Avrebbe dovuto aprirsi proprio oggi la trentaquattresima edizione, ma lo spostamento al 25 agosto consentirà anche di evitare il rischio di una manifestazione solo in streaming. Nella settimana sino al 31 agosto, al contrario, la Cineteca rilancerà la sua collaborazione con il Teatro Comunale, presentando due cineconcerti con l’Orchestra del teatro.
Il 26 agosto toccherà a uno dei film più amati di Buster Keaton, The General, nella versione restaurata proprio dalla Cineteca nell’ambito del pluriennale progetto di recupero dell’opera completa del comico. Il 29 agosto toccherà poi a un capolavoro dell’espressionismo tedesco, Sylvester, diretto nel 1924 da Lupu Pick. La cui partitura musicale, scritta dal compositore Klaus Pringsheim, cognato dello scrittore Thomas Mann, è stata riscoperta dalla Deutsche Kinemathek.
Due su tutti gli omaggi messi in cantiere, quello già annunciato a Henry Fonda, personificazione dell’americano democratico e non violento, e l’altro dedicato al regista Marco Ferreri, i cui film sono da tempo al centro del lavoro di restauro della Cineteca. Nell’occasione verranno riproposti i restauri di alcuni tra i film principali del dissacrante regista milanese scomparso nel 1997, come La donna scimmia e
L’ape regina. Ma ci sarà anche l’occasione per recuperare i suoi poco conosciuti esordi spagnoli, alla fine degli anni Cinquanta, quali El pisito, Los chicos ed El cochecito.
«Marco arrivò a Madrid nel 1956 — ha raccontato il suo sceneggiatore di fiducia Rafael Azcona, voce critica della Spagna franchista - con un incarico di rappresentante per conto di una ditta di obiettivi. Con l’idea di diventare produttore e, secondo me, con il segreto proposito di fare il regista. Mi diede appuntamento nel suo ufficio dove lo trovai che attaccava fotografie e titoli di giornale su un tabellone: il collage irrideva al franchismo e alla polizia non sarebbe piaciuto per niente».
Per il direttore della Cineteca, Gian Luca Farinelli, «sarà un grande festival che offrirà occasioni uniche e irripetibili. E naturalmente sarà un festival sicuro: rimarrà l’enorme offerta a cui ci ha abituati Il Cinema Ritrovato e tutte le proiezioni si svolgeranno in sicurezza. Per questo abbiamo moltiplicato i luoghi: ricordiamo che, per le proiezioni serali, oltre a Piazza Maggiore avremo quest’anno anche gli spazi aperti del Centro Sportivo Barca e dell’Arena Puccini, mentre una novità importante è quella rappresentata dal Teatro Comunale, dove vedremo tutti i programmi dedicati al cinema muto, creando così un’atmosfera di grande suggestione, grazie anche alla bellezza senza pari della Sala Bibiena.
Questa 34ª edizione avrà il carattere di un festival diffuso in città». Il «paradiso dei cinefili» farà ripartire anche le proprie macchine più efficaci, quella del «Tempo» e quella dello «Spazio», con sezioni dedicate al cinema delle origini e programmi dall’anno 1900. Quello dell’Esposizione Universale di Parigi, un banco di prova di tutto rispetto per la nuova meraviglia tecnologica che si affacciava.
La sezione, curata come di consueto dalla svizzera Mariann Lewisnky, che fa parte della direzione collegiale del festival che affianca negli ultimi anni Farinelli, riporterà alla luce immagini a partire da ciò che si vide nell’Expo parigina.
Come le vedute e le lastre Lumière, Venezia catturata dall’operatore Giovanni Stucky e l’Indocina colonizzata nei film del grande viaggiatore Gabriel Veyre, mentre il visionario Georges Méliès il secondo padre
del cinema dopo il Luiere, produceva una monumentale Jeanne d’Arc e Rêve de Noël.
Tra le altre sezioni, ci sarà anche “Cinemalibero” a cura di Cecilia Cenciarelli, che raccoglierà rarità dal cinema del tutto dimenticato, come ricorda spesso Martin Scorsese, prodotto nel continente africano, nel Sud-Est asiatico e in America Latina.