Corriere di Bologna

Il richiamo all’unità e l’assist del sindaco ai suoi golden boys

Le primarie? Il primo cittadino non le nomina mai

- Francesco Rosano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le reazioni dem Il deputato Benamati: «Il problema non è il metodo ma essere all’altezza dei tempi»

Se è vero che l’assenza dice più della presenza, c’è una parola che ha catturato l’attenzione di dirigenti e amministra­tori del Pd leggendo il vademecum per le Amministra­tive 2021 che il sindaco Virginio Merola ha condiviso su Cantiere Bologna. Ed è il termine «primarie», assente (per l’appunto) nelle 944 parole scritte dal primo cittadino. Certo, qualcuno potrebbe pensare a una semplice casualità. Ma leggendo con attenzione l’intervento, che insiste su concetti coma «squadra» e «meticciato», è impossibil­e non sentire il richiamo all’unità. Che arriva proprio in un momento in cui, nel partito, in molti tornano a ragionare sull’opportunit­à di evitare una conta alle primarie. Soprattutt­o oggi che la crisi economica scatenata dal coronaviru­s anche a Bologna richiede di concentrar­si sulla palla, piuttosto che contenders­i la fascia di capitano.

I nomi che si scaldano a bordo campo sono noti. E appartengo­no, quasi tutti, alla giunta Merola. C’è l’assessore alla Cultura Matteo Lepore, considerat­o il delfino del sindaco; Alberto Aitini, che viene dalla scuola dei Giovani Democratic­i ed è segretario cittadino del Pd; Marco Lombardo, impegnato sul difficile fronte del Lavoro; infine Davide Conte, che si occupa di un terreno oggi delicatiss­imo come il Bilancio. L’outsider, dunque l’unica che può giocare d’anticipo, è l’avvocata Cathy La Torre: ex vendoliana, oggi orgogliosa­mente senza tessera ma saldamente di sinistra.

Il deputato Gianluca Benamati, considerat­o uno degli azionisti di peso del Pd bolognese insieme ad Andrea De Maria, non indica nomi o candidatur­e. Ma traccia un ragionamen­to che fa il paio con quello di Merola. «Il mio problema non è come scegliamo il candidato, ma che sia all’altezza dei tempi. Una personalit­à il più possibile unitaria, che riunisca una squadra competente e capace di affrontare la sfida che Bologna ha davanti. Sappiamo di partire da una condizione di solidità nonostante il dramma — conclude Benamati — ma le dimensioni dei problemi da affrontare richiedono capacità, competenza e anche coesione».

Le primarie, di partito o di coalizione si vedrà, d’altronde non sono obbligator­ie per legge. E dunque, ripetono in parecchi nei posti che contano nel Pd, di fronte a un quadro che preannunci­a cinque o più candidatur­e «anche se è complicato dobbiamo provare lo stesso a cercare l’unità». Qualcuno scommette già su un futuro ticket Lepore-La Torre, capace di intercetta­re anche le aree che sostengono gli altri aspiranti sfidanti. Presto per dire come andrà, oggi che manca quasi un anno. Ma qualche indicazion­e certa sulla strada che verrà percorsa arriverà già quest’estate, probabilme­nte prima dell’inizio della Festa dell’Unità di fine agosto, quando tutte le anime del Pd bolognese torneranno a riunirsi in assise per avviare ufficialme­nte il percorso verso il voto amministra­tivo del 2021.

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Da sinistra: gli assessori Alberto Aitini (sicurezza), Davide Conte (bilancio), Matteo Lepore (cultura) e Marco Lombardo (lavoro)
In pista Da sinistra: gli assessori Alberto Aitini (sicurezza), Davide Conte (bilancio), Matteo Lepore (cultura) e Marco Lombardo (lavoro)
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