Il richiamo all’unità e l’assist del sindaco ai suoi golden boys
Le primarie? Il primo cittadino non le nomina mai
Le reazioni dem Il deputato Benamati: «Il problema non è il metodo ma essere all’altezza dei tempi»
Se è vero che l’assenza dice più della presenza, c’è una parola che ha catturato l’attenzione di dirigenti e amministratori del Pd leggendo il vademecum per le Amministrative 2021 che il sindaco Virginio Merola ha condiviso su Cantiere Bologna. Ed è il termine «primarie», assente (per l’appunto) nelle 944 parole scritte dal primo cittadino. Certo, qualcuno potrebbe pensare a una semplice casualità. Ma leggendo con attenzione l’intervento, che insiste su concetti coma «squadra» e «meticciato», è impossibile non sentire il richiamo all’unità. Che arriva proprio in un momento in cui, nel partito, in molti tornano a ragionare sull’opportunità di evitare una conta alle primarie. Soprattutto oggi che la crisi economica scatenata dal coronavirus anche a Bologna richiede di concentrarsi sulla palla, piuttosto che contendersi la fascia di capitano.
I nomi che si scaldano a bordo campo sono noti. E appartengono, quasi tutti, alla giunta Merola. C’è l’assessore alla Cultura Matteo Lepore, considerato il delfino del sindaco; Alberto Aitini, che viene dalla scuola dei Giovani Democratici ed è segretario cittadino del Pd; Marco Lombardo, impegnato sul difficile fronte del Lavoro; infine Davide Conte, che si occupa di un terreno oggi delicatissimo come il Bilancio. L’outsider, dunque l’unica che può giocare d’anticipo, è l’avvocata Cathy La Torre: ex vendoliana, oggi orgogliosamente senza tessera ma saldamente di sinistra.
Il deputato Gianluca Benamati, considerato uno degli azionisti di peso del Pd bolognese insieme ad Andrea De Maria, non indica nomi o candidature. Ma traccia un ragionamento che fa il paio con quello di Merola. «Il mio problema non è come scegliamo il candidato, ma che sia all’altezza dei tempi. Una personalità il più possibile unitaria, che riunisca una squadra competente e capace di affrontare la sfida che Bologna ha davanti. Sappiamo di partire da una condizione di solidità nonostante il dramma — conclude Benamati — ma le dimensioni dei problemi da affrontare richiedono capacità, competenza e anche coesione».
Le primarie, di partito o di coalizione si vedrà, d’altronde non sono obbligatorie per legge. E dunque, ripetono in parecchi nei posti che contano nel Pd, di fronte a un quadro che preannuncia cinque o più candidature «anche se è complicato dobbiamo provare lo stesso a cercare l’unità». Qualcuno scommette già su un futuro ticket Lepore-La Torre, capace di intercettare anche le aree che sostengono gli altri aspiranti sfidanti. Presto per dire come andrà, oggi che manca quasi un anno. Ma qualche indicazione certa sulla strada che verrà percorsa arriverà già quest’estate, probabilmente prima dell’inizio della Festa dell’Unità di fine agosto, quando tutte le anime del Pd bolognese torneranno a riunirsi in assise per avviare ufficialmente il percorso verso il voto amministrativo del 2021.