Corriere di Bologna

Per Abbado e per Bosso, le altre voci della musica in Rete per ricordarli

Il film sul canale Facebook della Mozart14 da domani

- Fernando Pellerano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA L’altra voce della musica. In viaggio con Claudio Abbado tra Caracas e L’Avana Corriere della Sera Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

le due proprietà: a sud Sassoli e a nord, dal quadrivio in poi, a Pizzighini Benelli (che acquisterà le quote da Comi). Ci vollero 10 anni per arrivare al progetto definitivo. L’idea era di un complesso polifunzio­nale (commercial­e residenzia­le, terziario, servizi) come elemento distributi­vo di strategica valenza: collegarsi alle 4 piazze Galvani, Minghetti, Cavour e Maggiore. Nella prima versione c’era anche un ristorante e un cinema, ora visibili nel plastico in mostra. Saltò tutto. Vennero bocciati anche i passaggi diretti nel portico del Pavaglione e con Piazza Minghetti. Nel ’62 l’inaugurazi­one. Al posto del cinema Pizzighini creò il Quadrivio con il grande lucernaio che per oltre 10 anni fu attraversa­to da auto e moto. Asfalto a terra (tolto nel 1999), cartelli stradali e strisce pedonali. Un altro mondo.

Era quello delle firme della moda bolognesi, da Bang Bang alla Casa dello Sport passando per Giusti e poi il Caffè Viscardi con le vetrate sul Quadrivio e il grande soppalco. Solo negli ultimi decenni sono arrivate le griffe, sostituend­o gli storici esercenti. Oltre ai materiali tecnici, in mostra scorrono su uno schermo immagini sorprenden­ti di quei primi anni: dalle sfilate di moda ai concerti rock fino ai carabinier­i schierati a difesa della Galleria durante le manifestaz­ioni degli anni ’60 e ’70. Da una parte i ricordi, dall’altra uno sguardo più attento alle linee architetto­niche del grande edificio: aspetto che verrà approfondi­to a partire dal 10 luglio con altri materiali.

C’è un filo che lega strettamen­te Ezio Bosso e Claudio Abbado: l’amore per una musica capace di uscire dalle sedi riconosciu­te e di esplorare nuovi territori, creando relazioni umane. Abbado aveva iniziato varie attività rivolte a situazioni di esclusione sociale, portando la musica nel carcere, presso i reparti di oncologia pediatrica, in altre situazioni di sofferenza, perché l’arte dei suoni rompe le barriere, insegna ad ascoltare, dà pienezza alla vita. Scomparso nel 2014 il maestro, Bosso è diventato testimone dell’Associazio­ne Mozart 14, fondata da Abbado, che continuava il lavoro del direttore d’orchestra alla Dozza con i detenuti nel Coro Papageno, in vari reparti pediatrici con la musicotera­pia del progetto «Tamino», con i laboratori «Leporello» per ragazzi detenuti nel carcere minorile, con interventi su ritmo e voce per bambini e adolescent­i sordi nel programma «Cherubino».

È un omaggio a entrambi perciò la proiezione di un video che si potrà vedere da domani sul canale Facebook dell’Associazio­ne, in occasione della Festa Europea della Musica (il 21 appunto), fino al 26 giugno, giorno del compleanno del maestro milanese. Il vimantiene deo ripercorre una delle esperienze che più hanno influenzat­o l’impegno di Abbado e di conseguenz­a quello di Bosso, ossia il «Sistema» di José Antonio Abreu, economista, ministro della cultura in Venezuela, direttore d’orchestra ma soprattutt­o grande pedagogo che ha usato la musica per strappare alla strada e alla criminalit­à e avviare verso una vita più gioiosa bambini e ragazzi dei «barrios», i quartieri ghetto venezuelan­i.

Il film,

scritto e diretto dal giornalist­a del

Helmut Failoni e da Francesco Merini, prodotto in collaboraz­ione con Cicco Corporatio­n e Mammut Film, fu pubblicato insieme a un libro nel 2006 dal Saggiatore. Presentato in vari festival, nasce seguendo Abbado per quattro mesi, due nel 2005 e due nel 2006, nei suoi viaggi in Venezuela, con una puntata a Cuba, ed entra nelle realizzazi­oni del «Sistema».

Non è solo un film musicale: documenta un paese povero e giovanissi­mo, dove allignano criminalit­à, droga, violenza, e dove Abreu è riuscito, con entusiasmo, a creare un’alternativ­a. Le immagini di per sé sono bellissime: il trasporto, il divertimen­to del viso affilato di Abbado; la concentraz­ione di un ragazzino a soffiare nel bocchino di uno strumento a fiato; gli occhi di un altro che scrutano le note sul pentagramm­a; i momenti di musica classica, le canzoni popolari… Si vedono poi altre realtà, incredibil­i, come il coro delle Manos Blancas, ragazzi muti che interpreta­no le sensazioni della musica muovendo verso l’alto a tempo le mani inguainate in candidi guanti, accompagna­ti dalle voci di ragazzi non vedenti, portatori di handicap, normali. Abreu è arrivato a generare, dagli anni ’70, 100 orchestre giovanili e 90 di bambini, un fenomeno unico, una lotta vitale contro lo stigma della povertà e dell’emarginazi­one.

Le esperienze della Mozart 14 proseguono quest’idea della musica come ampliament­o delle possibilit­à dell’individuo, come forma di liberazion­e dall’emarginazi­one sociale. Ezio Bosso raccontava: «Per me Claudio Abbado è sempre presente: ogni volta prima di dirigere gli dedico un sorriso e lo ringrazio. Soprattutt­o lo ricordo per la sua capacità maieutica di far amare il mondo dei suoni, combattend­o perché la musica diventasse accessibil­e a tutti e non solo a pochi».

 ?? Direttori ?? Enzo Bosso sul podio e un sorridente Claudio Abbado durante uno dei concerti in Venezuela e a Cuba
Direttori Enzo Bosso sul podio e un sorridente Claudio Abbado durante uno dei concerti in Venezuela e a Cuba
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy