Porte chiuse al Dall’Ara La prima volta senza tifo
L’impianto è stato messo in sicurezza sulla base del protocollo condiviso da Figc, Lega Calcio e Governo
Un’enorme scatola vuota con tante formichine dentro. È il Dall’Ara formato Covid. Corridoi e percorsi obbligati, check di controllo negli ingressi prestabiliti, termoscanner e gel, sanificazioni ovunque, arrivi e uscite scaglionate, mascherine sempre indosso, cerimoniali scompaginati e naturalmente spalti desolatamente vuoti.
Lavoro straordinario per il club che ha dovuto approntare l’impianto seguendo le regole del Protocollo condiviso da Figc,
Lega e Governo: 32 pagine piene di indicazioni e alcuni svarioni. Come il numero di ingressi concessi alla stampa: dieci, manco fosse un torneo di bocce. E infatti tre giorni fa il ministro Spadafora li ha aumentati a 70 (e i fotografi da 10 a 30). Leggermente sotto stimata la prima valutazione e rettifica all’ultimo minuto che non consentirà un’immediata applicazione. Tant’è che oggi il Bologna concederà l’accesso a 15 cronisti, solo dalla prossima molti di più. Questo perché non si è pensato di aumentare anche gli steward che dovrebbero gestire il ‘traffico’ di tutti i presenti che non potranno più essere 300 come all’inizio, ma 380. Tanto per dire anche i raccattapalle (maggiorenni) sono rimasti solo 6. E non c’è posto neppure per la troupe video del club. Di certo non manca lo spazio in uno stadio, ma tant’è.
Gli spettatori alla tv si accorgeranno poco del backstage, ma giusto delle immagini di Sky che saranno ridotte: nessun collegamento negli spogliatoi o nel tunnel e così via. Resteranno le interviste pre e post partita, col ritorno di Mihajlovic. Nessuno si accorgerà che per il Var è stata recuperata una seconda stanza per motivi di distanziamento, mentre tutti vedranno il monitor dedicato all’arbitro che sarà posto sotto la Torre di Maratona per evitare accalcamenti delle panchine e dei giocatori. Di certo saranno i residenti ad accorgersi di questa rivoluzione: per una volta il quartiere non sarà blindato, ma aperto al traffico. Allo spettatore resta la desolazione di uno stadio vuoto, come già raccontato ogni volta che si gioca in queste condizioni. Non ci saranno scenografie digitali come per la finale di Coppa Italia (forse compariranno i loghi dei club) e neppure i bambini all’ingresso del campo. Resta l’inno rossoblù e la voce che annuncia le formazioni e i gol. Sarà attivo anche il maxischermo.
Si ripartirà con un minuto di silenzio in memoria delle vittime del coronavirus, ma il giro di lancette questa volta sarà più lungo perché verrà ricordato anche il presidente Giuseppe Gazzoni Frascara. Un primo saluto in attesa di quello, ben più strutturato, che ci sarà non appena il pubblico potrà tornare nel suo Dall’Ara.
70 Giornalisti Andranno in sala stampa a regime
6 Raccattapalle Sono rimasti pochi e tutti maggiorenni