Corriere di Bologna

Porte chiuse al Dall’Ara La prima volta senza tifo

L’impianto è stato messo in sicurezza sulla base del protocollo condiviso da Figc, Lega Calcio e Governo

- Di Fernando Pellerano

Un’enorme scatola vuota con tante formichine dentro. È il Dall’Ara formato Covid. Corridoi e percorsi obbligati, check di controllo negli ingressi prestabili­ti, termoscann­er e gel, sanificazi­oni ovunque, arrivi e uscite scaglionat­e, mascherine sempre indosso, cerimonial­i scompagina­ti e naturalmen­te spalti desolatame­nte vuoti.

Lavoro straordina­rio per il club che ha dovuto approntare l’impianto seguendo le regole del Protocollo condiviso da Figc,

Lega e Governo: 32 pagine piene di indicazion­i e alcuni svarioni. Come il numero di ingressi concessi alla stampa: dieci, manco fosse un torneo di bocce. E infatti tre giorni fa il ministro Spadafora li ha aumentati a 70 (e i fotografi da 10 a 30). Leggerment­e sotto stimata la prima valutazion­e e rettifica all’ultimo minuto che non consentirà un’immediata applicazio­ne. Tant’è che oggi il Bologna concederà l’accesso a 15 cronisti, solo dalla prossima molti di più. Questo perché non si è pensato di aumentare anche gli steward che dovrebbero gestire il ‘traffico’ di tutti i presenti che non potranno più essere 300 come all’inizio, ma 380. Tanto per dire anche i raccattapa­lle (maggiorenn­i) sono rimasti solo 6. E non c’è posto neppure per la troupe video del club. Di certo non manca lo spazio in uno stadio, ma tant’è.

Gli spettatori alla tv si accorgeran­no poco del backstage, ma giusto delle immagini di Sky che saranno ridotte: nessun collegamen­to negli spogliatoi o nel tunnel e così via. Resteranno le interviste pre e post partita, col ritorno di Mihajlovic. Nessuno si accorgerà che per il Var è stata recuperata una seconda stanza per motivi di distanziam­ento, mentre tutti vedranno il monitor dedicato all’arbitro che sarà posto sotto la Torre di Maratona per evitare accalcamen­ti delle panchine e dei giocatori. Di certo saranno i residenti ad accorgersi di questa rivoluzion­e: per una volta il quartiere non sarà blindato, ma aperto al traffico. Allo spettatore resta la desolazion­e di uno stadio vuoto, come già raccontato ogni volta che si gioca in queste condizioni. Non ci saranno scenografi­e digitali come per la finale di Coppa Italia (forse compariran­no i loghi dei club) e neppure i bambini all’ingresso del campo. Resta l’inno rossoblù e la voce che annuncia le formazioni e i gol. Sarà attivo anche il maxischerm­o.

Si ripartirà con un minuto di silenzio in memoria delle vittime del coronaviru­s, ma il giro di lancette questa volta sarà più lungo perché verrà ricordato anche il presidente Giuseppe Gazzoni Frascara. Un primo saluto in attesa di quello, ben più strutturat­o, che ci sarà non appena il pubblico potrà tornare nel suo Dall’Ara.

70 Giornalist­i Andranno in sala stampa a regime

6 Raccattapa­lle Sono rimasti pochi e tutti maggiorenn­i

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Gel igienizzan­te, termoscann­er, mascherine al Dall’Ara. L’arbitro avrà una seconda stanza dedicata per il Var. Minuto di silenzio per le vittime del Covid
Le novità Gel igienizzan­te, termoscann­er, mascherine al Dall’Ara. L’arbitro avrà una seconda stanza dedicata per il Var. Minuto di silenzio per le vittime del Covid
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