Per la prima volta si gioca al Dall’Ara senza il suo pubblico
Lo scontento dei gruppi di tifosi orfani della «curva»
Per la prima volta nella sua storia il Bologna giocherà al Dall’Ara a porte chiuse, senza il suo pubblico. Quella di stasera è dunque una prima assoluta, di certo non da festeggiare. Campo in perfette condizioni, temperatura ideale, ma dopo c’è il nulla. Rimane lo schiaffo alle casse del club che già pregustava, mesi fa, un bel sold out. Negli annali finora si erano registrate solamente tre partite a porte chiuse disputate dal Bologna: una vittoria, un pareggio, una sconfitta. Nel 1925 storica finale scudetto a Milano con Genoa: la famosa 5° sfida che valse il primo tricolore ai rossoblù. Poi la sconfitta ad Avellino in B nel 2007, rete di Sestu fra i cori dei 500 irpini entrati di straforo. Infine il pareggino a Torino contro il Frosinone del 2018 con Inzaghi in panchina. Con il Covid si riaggiorneranno le statistiche. Rossoblù orfani quindi del proprio pubblico e del sostegno della curva, affatto entusiasta e piuttosto contrariata per la ripartenza. «Siamo in una condizione emotiva difficile, la curva è una comunità di 5 mila persone che ha sofferto malattie e lutti, problemi famigliari e di lavoro, con le ferite ancora addosso. Mai avremmo pensato che si sarebbe ricominciato a giocare», il pensiero unanime di tutti i gruppi. Non mancano le critiche allo spettacolo visto in tv in questi giorni a partire dalle scenografie digitali. «Orrende, come pure i cori registrati che vorrebbero usare in Francia o il tifo urlato su Zoom come in Danimarca. Il calcio è un’altra cosa». Salvo sorprese, fuori dal Dall’Ara non ci saranno bandiere, né gruppetti a incitare, nulla. Fermo anche il Centro coordinamento Club. I gruppi che si ritrovano da Scheggia, la bocciofila di fronte allo stadio, seguiranno la partita alla radiolina, per marcare la distanza con questo calcio ‘commerciale’. Rimane la rinuncia dei tifosi al rimborso dell’abbonamento per devolverlo a chi aveva bisogno e la desolazione per non poter festeggiare il rinnovo del contratto di Mihajlovic e salutare il presidente Gazzoni.