Corriere di Bologna

Troppa Juve per il Bologna

- Labanti, Mossini e Pellerano

Esordio amaro per il Bologna dopo la lunga pausa per il Covid: la Juve passa al Dall’Ara con un discusso rigore di Ronaldo e un gol di Dybala.

Qualcuno per vederla è salito a San Luca ma loro, allo stadio, sono sempre loro. I giocatori, intendo. I protagonis­ti. Cristiano ha un codino da samurai e gli s’incolla addosso Tomiyasu, preciso, freddo. Sinisa sfoggia una coppola floscia splendida. Indossa la t-shirt sotto l’elegante abito blu, è in formissima se paragonato a quello di oltre cento giorni fa, avvolto nel giaccone, con la cuffia quasi sugli occhi, e tutti eravamo preoccupat­i che prendesse freddo. È inverno... Non si sa mai. E Dijks non lo vedevamo da settembre, ma ha la stessa potenza fisica che spinse il Bologna a fargli un video mentre entrava a Casteldebo­le guidando un trattore. Anche Denswil purtroppo è sempre lui: un paio di boiate, tira per la maglia l’innocuo De Ligt, marca sul destro Dybala che è mancino. La Juve va avanti due a zero e i due gol sono suoi, di Stefanone. E di chi sennò? Una sciagura. Però la partita è godibile, vivace, aggressiva. Davanti al catino deserto del Dall’Ara ritorna il calcio di serie A e tutto sommato, per il pallone, non è cambiato nulla. Il Bologna è meglio di quel che sembra, poi qualcuno fa una vaccata e gli altri segnano. Succede da ventidue partite di fila. Nel silenzio, il rigore di Ronaldo è forse tra i peggiori tirati in carriera: centrale, mezza altezza. Skorupski nel dubbio si tuffa. In tv, in salotto, si sente il rumore della rete e qualche urlo di gioia rompe la sacralità del momento. Ne aveva lanciato uno anche Mihajlovic poco prima, mentre Rocchi visitava la stazione del Var: «Avevi fischiato bene fino adesso...». Lui fa finta di non sentire e il rigore lo dà. Il silenzio però costa a Loris Beoni, uno dei tattici di Sarri. Qualcosa avrà detto... «Ho sentito, veniva da te» afferma Rocchi mentre gli sventola il rosso in faccia. Qualcosa avrà detto... A qualcuno questo calcio piacerà poco, ma nella sostanza è sempre calcio. Silenzioso in tribuna, rumorosiss­imo in campo. Distanziam­ento dopo i gol? Roba da metà maggio. Adesso ci s’abbraccia, si protesta, ci si spintona. Sì insomma, i giocatori sono sempre loro. Il calcio è sempre lui. Anche i rigori per la Juve, avrebbe detto qualcuno seduto nei distinti centrali. Sinisa aveva annunciato un Bologna a viso aperto e quando ti scopri contro la Juve fai tornare alla Bella addormenta­ta la voglia d’inventarsi due giocate. Ma la morale, all’intervallo, reggeva solo un po’. La realtà era che il Bologna aveva fatto gli stessi errori di quando c’era freddo, si giocava di pomeriggio e c’era il pubblico. La squadra era bella persino più della Juve nei primi minuti, aveva retto. I singoli no. Anche nel silenzio.

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