Hera corsara in Veneto Obiettivo Nord Est
Con il 4,9% il gruppo diventa il maggior azionista di Ascopiave
Hera si rafforza in Veneto, a discapito della rivale lombarda A2a acquistando da quest’ultima un ulteriore 2% di Ascopiave, per 18,3 milioni di euro, in cambio di reti distributive di metano. Con l’attuale 4,9% di partecipazioni, così raggiunto, la multiutility bolognese diventa quindi il maggior azionista della quotata trevigiana, subito dopo il socio di maggioranza Asco Holding. È il massimo di azioni che il gruppo possa acquistare, ma si tratta di una nuova tappa del duello tra Hera e la bresciana A2a per la conquista del primato nazionale nella fornitura di energia e gas. Tanto che molti leggono questa ultima operazione come una strada aperta all’uscita definitiva di A2a dalla partita. Cosa che equivarrebbe per Hera a una nuova importante fetta di business nel Nordest.
La prima importante operazione, naturalmente, risale a dicembre scorso con la partnership tra Hera e Ascopiave e la nascita, attraverso EstEnergy, del maggiore operatore energy del Nord-Est. La venete acquisiva asset nella distribuzione gas rafforzando la propria posizione nel settore e arrivando a 775.000 utenti gestiti. Per il gruppo Hera, si era così raggiunge il traguardo dei 3,3 milioni di clienti energy complessivi, anticipando il conseguimento del target previsto nel Piano industriale sottoscritto fino al 2022. A gennaio Hera acquista il 2,5% del capitale di Ascopiave da Amber. «L’operazione, nata da una opportunità di mercato — si legge in una nota — è stata condivisa con Asco Holding. Ascopiave, a sua volta, aveva acquisito una quota di minoranza del 3,67% nella utility di Como Acsm Agam, partecipata da A2a, ceduta dalla Sgr Praude e dalla Plavisgas. Poi, l’intervento di Hera.
La società veneta ha inoltre inserito in statuto una norma che limita il diritto di voto agli azionisti del settore al 5%, anche se possessori di quote superiori. Una mossa per evitare scalate ma, secondo alcuni osservatori, anche una delle tappe per favorire l’uscita di A2a. Tra queste, si inserisce anche un’offerta di riacquisto delle azioni di chi non avesse approvato la nuova norma, fino ad un massimo del 5% delle azioni, per un impegno di 45,7 milioni di euro. La multiutility lombarda, per altro, ha già dimezzato la sua quota.
Il testa a testa tra Hera e A2a si gioca anche sui numeri degli indicatori economici dei rispettivi bilanci. Hera vanta ricavi attestati intorno ai 7 miliardi. Poco di più la concorrente con una cifra netta di 7,32 miliardi. Di 1,085 miliardi è, infine il valore dell’Ebtida di Hera, contro 1,23 miliardi di A2a.