Il Ravenna festival celebra Mina
Poteva sembrare un pericoloso gioco, quello di ripercorrere parte del percorso artistico di Mina in jazz. Senza la sua inimitabile voce. Considerando poi che in questo percorso sono inseriti E se domani, Parole, Parole, Tintarella di luna, Io e te da soli, Insieme, Vorrei che fosse amore, Grande, grande, grande, brani-mito in cui risuona immediato il suo timbro all’orecchio, il gioco rischia l’azzardo. Invece quando Danilo Rea, Massimo Moriconi e Alfredo Golino hanno messo insieme pianoforte, basso e batteria per omaggiare la nostra «The voice», il risultato è stato sorprendente.
Ma in fondo stupisce poco, perché con questo omaggio i tre musicisti hanno ribadito il proprio ruolo di collaboratori storici della signora Mazzini. Da quell’esperimento lo scorso autunno uscì l’album Tre
per una e questa sera i tre protagonisti lo propongono in concerto nell’ambito di Ravenna Festival alla Rocca Brancaleone della città che ospita la manifestazione (21.30, info 0544/249244).
All’omaggio Tre per una partecipa anche Massimiliano Pani, figlio, produttore, arrangiatore della grande cantante, in veste di voce recitante. È proprio lui a comprovare che un esperimento come questo è non solo possibile ma arricchente perché, testuali parole, «Mina è diventata negli anni l’interprete di riferimento per molti generi e stili musicali, più di ogni altro artista prima di lei. Per raggiungere il suo obiettivo, ha intuito che aveva bisogno di musicisti che avessero il suo stesso approccio alla musica». Non solo, ma «è stata la prima a ricorrere a musicisti di estrazione jazzistica per suonare in dischi non necessariamente jazz».
Si circondava di collaboratori eclettici, a patto che fossero colti e fuoriclasse nei rispettivi campi. Un profilo che troviamo in Rea, Moriconi e Golino, jazzisti capaci di reinterpretare ogni pezzo dei più disparati generi trovando sempre una chiave originale. Quanto alla presenza di Pani, chi meglio dell’ex «Paciughino» (molti italiani ricorderanno il nomignolo di un bambino sempre al centro delle cronache) per ripercorrere una carriera e una vita come quella della Tigre di Cremona? Il 25 marzo Mina ha compiuto 80 anni. I primi suoi successi risalgono al 1959. L’ultimo concerto alla Bussoladomani è dell’estate del 1978: 42 anni fa. Poi, un esilio volontario. Dal quel 1978, solo voce e album in studio. Eppure, è più presente che mai. «Non ha avuto paura che la potessero dimenticare», dice oggi Massimiliano. Questa lapidaria affermazione svela molto di una cantante che non ha avuto timore del cambiamento delle generazioni, delle mode, delle possibili amnesie di un pubblico. Un’artista, ancora Pani, che ha avuto il coraggio di «giocare con l’immaginario, essere poco afferrabile», ma sempre «sintonizzata su ciò che sta per succedere, nella musica come nella vita. E quando ha capito che la tv stava cambiando ha fatto altro».