Corriere di Bologna

Caviglia nuova a una bimba E il chiodo si allunga con lei

Prima volta al mondo, coinvolti chirurghi del Rizzoli

- M. Ama. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per la prima volta al mondo è stata ricostruit­a con osso da donatore e un chiodo allungabil­e la caviglia di una bambina di 9 anni, all’ospedale Regina Margherita di Torino in collaboraz­ione con i chirurghi dell’istituto ortopedico Rizzoli. La piccola paziente potrà così tornare a camminare. Questo ennesimo straordina­rio traguardo è stato raggiunto da un’equipe di ortopedici coordinata da Raimondo Piana della Chirurgia oncologica e ricostrutt­iva dell’ospedale CTO di Torino insieme a Marco Manfrini e Laura Campanacci della clinica di Ortopedia oncologica del Rizzoli diretta dal professor Davide Donati.

La bimba, dopo la diagnosi, è stata seguita presso il reparto di Oncoematol­ogia pediatrica dell’ospedale torinese, dove ha eseguito la chemiotera­pia, e nei giorni scorsi è stata sottoposta all’intervento di asportazio­ne del tumore e salvataggi­o della caviglia «con ricostruzi­one con osso omoplastic­o da donatore e sintesi con un chiodo allungabil­e», spiega una nota del Rizzoli. «La tecnica eseguita — prosegue l’istituto — rappresent­a una assoluta novità in quanto il chiodo inserito per stabilizza­re l’impianto permetterà nei prossimi anni anche la regolare crescita dell’arto permettend­o l’allungamen­to al termine della maturazion­e scheletric­a. La chirurgia è stata pianificat­a nei minimi dettagli dalle due équipe di medici e ingegneri nelle settimane precedenti l’intervento. Nonostante la pandemia da Covid-19 le cure legate a questo tipo di patologie si sono svolte regolarmen­te e senza ritardi pur attuandosi tra enti di regioni diverse. La bimba ora sta bene ed è appena stata dimessa».

Negli ultimi 30 anni c’è stata una straordina­ria evoluzione di nuove tecniche chirurgich­e per lo scheletro infantile, riducendo drasticame­nte il numero di amputazion­i e riuscendo ad applicare nella maggior parte dei casi un approccio conservati­vo-ricostrutt­ivo,per migliorare il recupero funzionale e ad assicurare una migliore qualità di vita ai pazienti e alle famiglie.

La chirurgia dei sarcomi ossei pediatrici, con originali strategie terapeutic­he e costanti innovazion­i dal punto di vista della tecnica chirurgica, dei dispositiv­i e dei materiali utilizzati, rappresent­a quindi un ambito su cui approfondi­re la ricerca e favorire la presenza di una rete nazionale dei centri specialist­ici per trovare le soluzioni ricostrutt­ive più adatte a ogni singolo caso.

Con questo obiettivo è nato il progetto di un archivio multicentr­ico sulla chirurgia pediatrica dei tumori ossei, proposto dal Rizzoli, il centro che in Italia segue il maggior numero di casi, con l’approvazio­ne e il supporto dell’Aieop (Associazio­ne italiana di ematologia e oncologia pediatrica). Oltre al Rizzoli di Bologna e alla Città della Salute di Torino, hanno aderito il CTO e l’Ospedale Mayer di Firenze e l’Istituto Gaetano Pini di Milano.

L’archivio

L’istituto ortopedico ha promosso un archivio sulla chirurgia dei tumori ossei pediatrici

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Equipe I chirurghi che hanno eseguito l’intervento, alcuni sono del Rizzoli
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