Corriere di Bologna

«Denswil? Fidatevi, farà molto bene»

Kreek, coordinato­re delle giovanili all’Ajax, crede in lui «Faceva kickboxing, ha qualità. In Italia serve tempo»

- di Dimitri Canello

La Juve

Lunedì sera due errori dell’olandese hanno spianato la strada ai bianconeri

La serie A gioca più aperta rispetto agli anni scorsi, per i difensori è dura In Olanda era un centrale di talento, deve dimostrare di essere all’altezza

Michel Kreek, ha visto Stefano Denswil? A Bologna ha qualche difficoltà...

«Il campionato italiano è di una difficoltà estrema, ultimament­e soprattutt­o per i difensori. Le squadre giocano molto più aperte rispetto a quando giocai nel vostro campionato. E questo per i difensori è un problema in più».

Denswil ha sbagliato molto contro la Juve. Come vanno affrontati questi momenti?

«Io credo che abbia le qualità e le spalle larghe per sopportare un periodo di ambientame­nto e difficoltà. Non è detto che se per qualche mese le cose non vanno come si vorrebbe si debba buttare tutto a mare».

Lei è il coordinato­re del settore giovanile dell’Ajax dagli 8 ai 16 anni. Cosa ricorda dello Stefano Denswil cresciuto nella vostra cantera?

«Era uno dei più promettent­i di quella “covata”. Ricordo

un difensore roccioso, che metteva sul campo uno strapotere fisico impression­ante. Ha fatto molta strada, fino al trasferime­nto al Bruges».

Com’era da ragazzino?

«Oltre a calcio praticava anche kickboxing. Mi ricordava molto quando Zlatan Ibrahimovi­c faceva taekwondo. Le arti marziali aiutano molto nella coordinazi­one e nell’equilibrio, oltre che migliorare la propension­e al gioco acrobatico».

In cosa è cambiato il campionato italiano rispetto ai tempi in cui lei giocò nel Padova in serie A?

«Per un giocatore che viene dall’Ajax in una squadra che lotta per la salvezza com’era il Padova a suo tempo, cambia tutto. A Padova per il 95% del tempo bisognava difendersi e lottare su ogni pallone contro squadre spesso più forti, in Olanda quando cresci nell’Ajax sai che per la maggior parte del tempo il pallone ce l’hai fra i piedi. Credo che il calcio italiano sia cambiato, come dicevo in precedenza. Giocando con maglie difensive più larghe ovviamente i difensori faticano di più e non è infrequent­e vedere risultati pieni di gol mentre ai miei tempi c’erano molti più 0-0, 1-0, 1-1».

Mihajlovic se lo ricorda? «Certo che me lo ricordo. Peraltro me lo sono trovato spesso di fronte, perché io ero ala destra e lui in quegli anni veniva impiegato come esterno sinistro basso».

Denswil lo vede più centrale o laterale?

«Da noi all’Ajax faceva il centrale e vedo che Sinisa lo sta schierando in quel ruolo. Anche io lo impieghere­i centrale, se fossi l’allenatore».

È vero che all’Ajax negli ultimi anni si cura maggiormen­te la fase difensiva?

«Il settore giovanile nel corso degli anni si è evoluto anche sotto il profilo del gioco difensivo. Prima era un calcio molto offensivo, adesso lo è ancora ma come avete visto negli ultimi anni di Champions League qualcosa è cambiato anche per noi».

Per lei la Juve è uno splendido ricordo. Per Denswil, adesso, lo è molto meno.

«Una partita sbagliata non può indirizzar­e in modo così netto il giudizio su un giocatore. Io dai tifosi padovani sono ricordato per quel gol su punizione a Torino, credo che Stefano avrà molte altre occasioni per dimostrare il suo valore. È nel pieno della sua maturità agonistica, deve resistere a questo momento poco felice e dimostrare di essere all’altezza del campionato italiano. Le doti le ha, reagirà sicurament­e».

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