Carisbo, l’ora della tregua, ok al bilancio
Carisbo, Renzi sarà il rappresentante in Fiera. Il Comune sceglie tre donne
Prove di pace e maratona di riunioni alla Fondazione Carisbo, poi l’approvazione del bilancio che ottiene il sì di 13 soci su 24. «Il clima è sereno», dice il presidente Monti, all’indomani delle recenti diatribe tra maggioranza e minoranza.
Scelto il nuovo rappresentante nel cda della Fiera: Renzi al posto di Ragonesi.
Il fatto che l’assemblea dei soci di BolognaFiere stamattina potrebbe indicare tutti i nomi del nuovo consiglio di amministrazione ha tenuto banco anche nella lunga giornata della Fondazione Carisbo dove ieri è andata in scena una vera e propria maratona fra videoconferenze e riunioni de visu.
Prima l’assemblea dei soci, poi il collegio di indirizzo, infine, il cda che ha indicato, quasi all’unanimità (solo un paio gli astenuti), il nome del proprio rappresentante all’interno dell’organo direttivo di via Michelino che dovrebbe decretare il bis di Gianpiero Calzolari: in sostituzione del presidente onorario Gianfranco Ragonesi ci sarà il segretario metropolitano di Assimprese-Confartigianato, e socio della fondazione, Amilcare Renzi. Parallelamente, è stato indicato il nome all’interno del collegio dei revisori: Daniela Baesi, commercialista che prenderebbe il posto di Stefano Cominetti. Parallelamente, è stato indicato il nome all’interno del collegio dei revisori: Daniela Baesi, commercialista che prenderebbe il posto di Stefano Cominetti e andrebbe a riequilibrare il meccanismo di genere vista la candidatura di tre donne da parte del Comune nel cda di BolognaFiere.
«Abbiamo fatto l’en plein — sottolinea il presidente Carlo Monti — la giornata è stata molto lunga, ma serena». Giudizio condiviso anche dal numero uno del parlamentino Daniele Furlanetto che, pur non facendo parte del cda, aveva definito l’andamento della giornata
” Monti La giornata è stata molto lunga, ma serena Mai come ora siamo chiamati a rispondere ai cambiamen ti causati dalla pandemia e alle enormi difficoltà del nostro territorio
«piuttosto tranquillo». Con l’approvazione del bilancio 2019 e della gestione del patrimonio e prime prove di ravvicinamento dopo gli screzi, tanto per usare un eufemismo, creatisi dal 14 maggio in poi. E cioè dal giorno dell’assemblea in cui Monti aveva dichiarato illegittimo il voto e nulla l’elezione dei dieci futuri componenti del collegio di indirizzo scelti dalla lista presentata da Gianguido Sacchi Morsiani e Fabio Roversi Monaco.
Il calumet della pace non è ancora stato fumato come auspicato dall’appello all’unità lanciato nei giorni scorsi da Monti subito dopo il pronunciamento del ministero dell’Economia e delle Finanze, ma la road map è segnata: il 3 luglio ci terrà l’assemblea per eleggere i nuovi soci e il 7 quella per eleggere i nuovi componenti del collegio di indirizzo. Confermate, a dimostrazione della tensione ancora in essere, le dimissioni di tre soci: Angelo Branzi, Roberto Gaberini e Laura Lorenzini mentre Gianluigi Baccolini avrebbe scritto all’organismo di vigilanza presieduto dall’ex direttore del Sant’Orsola, Paolo Cacciari, (e al Mef) per chiedere spiegazioni sulla messa sotto accusa di Filippo Bitetti, il rappresentante della Città metropolitana nel consiglio di indirizzo che aveva sollevato critiche sulla gestione.
Ma partiamo dal principio: l’assemblea mattutina ha dato parere favorevole al bilancio 2019, ma solo con 13 voti favorevoli. Dei 24 aventi diritto, 10 si sono astenuti. Voto contrario del giurista Giulio Ghetti, con critiche bipartisan al presidente dell’assemblea Furlanetto, ma anche sul bilancio. Nel pomeriggio, invece, si è espresso il collegio di indirizzo: 16 voti favorevoli, 2 astensioni (Rosanna Favato, rappresentante del Comune, e Bitetti).
«Questo bilancio rappresenta il giro di boa dei quattro anni del nostro mandato— spiega Monti— . Mai come ora siamo chiamati a rispondere, con efficacia e puntualità, ai repentini cambiamenti causati dalla pandemia e alle enormi difficoltà che il nostro territorio sta vivendo».
Nel dettaglio, l’esercizio 2019 si chiude con un avanzo di 32,4 milioni, al netto di svalutazioni per 12,3 milioni e dopo aver portato a diretto incremento del patrimonio 22,3 milioni, plusvalenza derivante dalla vendita di azioni di Intesa Sanpaolo.
L’attivo patrimoniale rileva una variazione positiva assoluta di 32,7 milioni che darà continuità alla diversificazione del portafoglio finanziario mentre il fondo di stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 42 milioni, così come da linee di indirizzo triennali 2018-2020. Gli oneri di gestione ammontano a 3 milioni, 400 mila euro in meno sul 2018. Ben 408 le erogazioni deliberate (erano state 322 nel 2018) mentre continuano gli investimenti nel sociale (6,9 milioni), cultura (6,8 milioni), ricerca scientifica e tecnologica (3 milioni) ed educazione (2 milioni).