Il re dei trapianti Pinna lascia l’ateneo
Dopo la sfiducia dei colleghi che hanno detto no all’aspettativa, il luminare se ne va
Antonio Daniele Pinna si è dimesso dall’Ateneo di Bologna. Dopo essere stato «bocciato» dai colleghi suoi pari che si sono trovati di fronte a una nuova richiesta di aspettativa, mentre lui da mesi opera negli Stati Uniti. Si conclude così la parabola del professore romano che era arrivato in Emilia-Romagna a fare trapianti. E che dopo un paio d’anni trascorsi negli Emirati Arabi era tornato a novembre scorso, accolto in pompa magna dalla Regione.
Antonio Daniele Pinna si è dimesso dall’Ateneo di Bologna. Dopo essere stato «bocciato» dai colleghi suoi pari che si sono trovati di fronte a una nuova richiesta di aspettativa, mentre lui da mesi opera negli Stati Uniti. Si conclude così la parabola del professore romano che era arrivato in Emilia-Romagna a fare trapianti prima a Modena e Parma e poi a Bologna. E che dopo un paio d’anni trascorsi negli Emirati Arabi era tornato nel novembre scorso, accolto in pompa magna dalla Regione per ricoprire il ruolo di coordinatore del programma regionale dei trapianti.
Era da febbraio che si erano perse le tracce di Pinna, sia al Sant’Orsola che all’Università. Rientrato da neanche quattro mesi da Abu Dhabi si diceva fosse volato a Miami, alla Cleveland Clinic (la stessa per cui aveva lavorato nel pese arabo), per occupare il ruolo di direttore del centro trapianti lasciato libero dal suo maestro, Andreas Tzakis, che andava in pensione. Ovviamente questa fuga era andata di traverso a parecchie persone sia in Ateneo che in Regione, istituzioni che più di altre si erano spese per riportarlo a Bologna. Causa coronavirus della vicenda non si è più parlato. Alcune settimane fa però da Pinna è arrivata agli uffici dell’Ateneo una nuova richiesta di aspettativa, dopo quella chiesta per andare ad Abu Dhabi. Questa volta di 3 anni. La richiesta è arrivata nel Consiglio del dipartimento a cui Pinna apparteneva, quello di Scienze mediche e chirurgiche. E giovedì della scorsa settimana è stata esaminata. Non dall’intero consiglio, ma da una «ristretta» formata solo dai professori ordinari, i «pari» di Pinna. E all’unanimità è arrivato il voto contrario ad accettare la sua richiesta, che ai prof deve essere parsa quasi un affronto.
Pinna a quel punto aveva solo due opzioni: tornare ad occupare il suo posto a Bologna, lasciando l’incarico pare molto remunerativo negli States, oppure licenziarsi dall’Alma Mater. Lunedì è arrivata la lettera in Ateneo con le sue dimissioni. Fine. Sul sito dell’Ateneo è sparita la pagina dedicata a lui, salvo una riga che dice che è stato professore ordinario fino al 2020.
La vicenda, che crea parecchi imbarazzi ma anche sollievo da parte di non pochi prof che avevano mal sopportato il potere lasciato a Pinna
I posti scoperti
Con il suo addio si liberano il posto da professore ordinario e il ruolo di coordinatore del programma trapianti della Regione
di fare il bello e il cattivo tempo con risultati poi non così brillanti, lascia aperte due partite. In primo luogo quello della cattedra da ordinario, per la quale l’aspirante naturale è Matteo Cescon, professore associato, che sta dirigendo i trapianti al Sant’Orsola. E poi c’è quel famoso posto da coordinatore del programma regionale, ritagliato su misura per lui e che a questo punto potrebbe essere congelato per sempre. Anche se c’è chi sostiene che potrebbe andare a chi sta ottenendo ottimi risultati nell’attività trapiantologica in regione, ovvero il Policlinico di Modena attraverso gli interventi del professore di Unimore Fabrizio di Benedetto. Una scelta che sarebbe però uno smacco per l’Ateneo e per il Sant’Orsola, fresco del riconoscimento di Irccs,