È sempre un bel Bologna ma bisogna tirare in porta Palacio ancora decisivo
Il campionato del Bologna è ripartito contro l’avversaria più ostica, ma con un misero tiro nello specchio della porta: quello — debolissimo — di Gary Medel nel primo tempo sull’errore di Szczesny in rinvio. Decisamente poco, al netto di tutti gli alibi, per un Bologna che ha comunque eseguito il piano-partita di Mihajlovic: lo raccontano i dati di un baricentro altissimo, a 54,7 metri contro i 47,8 metri bianconeri, una statistica che si è notevolmente allargata nella ripresa quando il Bologna dal 55’ in avanti ha mantenuto un netto predominio territoriale evidenziato dai 57,2 metri di baricentro contro i 44,1 della Juventus. Netto ma sterile, appunto. Dopo l’ingresso di Palacio, al 57’, il Bologna si è ulteriormente alzato, ha tirato 9 volte in poco più di mezz’ora (7 respinti, 2 fuori, contro gli 11 totali, di cui 6 respinti e 4 fuori dallo specchio, registrati prima dell’ingresso del Trenza), ma di fatto la serata di Szczesny è stata di totale tranquillità. E sul tema, Mihajlovic è stato eloquente: «Noi giochiamo così, perché poi contro le pari grado gli passiamo sopra. Ma ci sono mancati un po’ di coraggio e di qualità: bisogna sempre provare la giocata, anche a costo di sbagliare».
Di errori di misura ce ne sono stati, specie in una serata molto spenta per i tre trequartisti, e anche su certe iniziative mai azzardate Mihajlovic tornerà negli allenamenti prima di Sampdoria-Bologna, anche perché unendo la striscia prima dello stop i rossoblù nelle ultime quattro gare di campionato hanno segnato solo un gol, quello di Palacio al 94’ contro l’Udinese.
Sulla poca concretezza si è soffermato anche il difensore rossoblù Danilo, dopo la sfida contro i bianconeri: «Il nostro modo di giocare non cambia, siamo una squadra che pressa alto. È chiaro che rischiamo qualcosa in più, ma possiamo creare pericoli contro chiunque: possiamo migliorare in diversi aspetti, ad esempio davanti dovremmo essere più concreti». È il tema che lascia in eredità il ritorno in campo del Bologna dopo 114 giorni: per accettare i rischi difensivi a cui espone questo modo di giocare serve che là davanti si faccia male agli avversari. A maggior ragione se gamba e automatismi non sono ancora al meglio, come dimostrano gli oltre 30 metri di lunghezza media nella ripresa di una squadra che di solito rimane molto più compatta sul campo: una lezione che già domenica a Genova bisognerà dimostrare di aver compreso.