La Fiera riparte da Calzolari
Ecco tutti i nomi del nuovo board. Il Comune conferma tre donne nella squadra. Pressioni sul governo insieme a Veneto e Lombardia Rinnovato il cda, il presidente sarà confermato. Dopo la botta del Covid, ci vorrà fino al 2022 per tornare in utile
Gli azionisti designano il cda di BolognaFiere. Calzolari resta il presidente ma il prossimo triennio sarà quello di una dura risalita. È stato approvato il bilancio 2019 «che si chiude con oltre 195 milioni di fatturato e un budget da 200 milioni, ma — confida il manager — a fine anno arriveremo a un quarto di questa cifre». Per tornare alla normalità insomma, bisognerà aspettare il 2022.
Nel nuovo board che affronterà la sfida, il Comune rinnova la sua rappresentanza indicando anche l’ex assessore Gabellini. Tra i nuovi ingressi anche De Scrilli per Ascom e Ance, Renzi per la Fondazione Carisbo e Baraldi per la Camera di Commercio. Le altre sono conferme.
Gianpiero Calzolari resterà in sella a BolognaFiere in un momento — parole sue — «drammatico». Ieri l’assemblea degli azionisti di via Michelino ha approvato il bilancio 2019 «che si chiude con oltre 195 milioni di fatturato e un budget da 200 milioni, ma — confida il presidente uscente, pronto al secondo mandato — credo che a fine anno arriveremo a un quarto di questa cifre».
Della crisi nera causata dalla pandemia è consapevole anche il nuovo cda: i suoi componenti sono stati indicati dai soci di via Michelino nel corso della stessa riunione che ha dato per scontata la conferma di Calzolari (come sempre in quota coop) al prossimo triennio. Oggi la delibera ufficiale. Palazzo d’Accursio, da parte sua, ha rinnovato completamente le tre cariche assegnate, affidandole a Patrizia Gabellini, ex assessore all’Urbanistica nella giunta Merola dal 2011 al 2016, all’avvocato Maurizia Migliori in rappresentanza del Comune (socio di maggioranza con il 14,7% del capitale) e a Mariangela Conti per la Città metropolitana (11,3%). Tra i nuovi ingressi anche Celso De Scrilli per Ascom e Ance (in realtà un ritorno), Amilcare Renzi per la Fondazione Carisbo e Franco Baraldi per la Camera di Commercio. Restano Palmieri per Confindustria e Santagata per la Regione
Il triennio appena concluso intanto registra «importanti risultati». Di conto economico, presenza internazionale e di investimenti, primo fra tutti l’espansione del quartiere fieristico per cui sono sul piatto 130 milioni. Dei 195,5 milioni di fatturato(+48% dal 2016), inoltre, 50,7 riguardano le attività internazionali, tra le eccellenze del gruppo. Ma c’è il 2020, l’annus horribilis che ha colpito duro. E solo nel 2022, secondo l’analisi di Calzolari, si tornerà a parlare di segni più.
«La crisi ci ha colpiti dall’inizio e oggi — ragiona — i segnali di ripresa non stanno interessando le Fiere. Siamo stati i primi a fermarci e partiremo per ultimi anche se tutti gli imprenditori manifestano la necessità della riapertura degli expo». «Pensiamo — prevede il manager, che è anche presidente del gruppo Granarolo — a un 2021 ancora difficile, e che si arriverà alla normalità solo nel 2022». La prima mossa per scongiurare il tracollo è già stata compiuta: unità tra le Regioni con i più importanti gruppi fieristici, ovvero Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, insieme a fare pressione al governo. E i risultati si dovranno vedere. «Sia i governatori, il ministero delle finanze e la Cassa depositi e prestiti — riassume Calzolari — sanno che abbiamo difficoltà, che c’è un problema di liquidità più che di conto economico, e la Cassa è disposta a intervenire». Più che altro, va avanti, «è stato riconosciuto al sistema fieristico il ruolo di asset per la ripresa, in ambito internazionale, e per il rilancio dei distretti».
Di certo non intende rinunciare al piano di investimenti. Se nel triennio passato «abbiamo fatto squadra affinché la Fiera esprimesse la sua potenzialità», l’intenzione è quella di andare avanti. Entro l’autunno, intanto, sarà completato il padiglione 37. «E poi — promette Calzolari — non vogliamo rinunciare al padiglione esterno, al restyling di piazza della Costituzione». La «centralità» nel tessuto del territorio, insomma, lo richiede. «È un progetto che va mantenuto», insiste, al massimo sarà «rimandato di un anno». La voglia di ripartire non manca: «siamo stati fermi e la percezione è pesante per tutti». Si riapriranno i saloni, si riattiva il business e il rapporto con le imprese nel mondo, «che abbiamo costruito in particolare con Cosmoprof». Sono in programma altri approdi all’estero? «Ragioniamo per filoni — risponde Calzolari —: il mondo della cosmesi, la cura della persona, il libro, il pet food e l’auotomotive: i Paesi su cui puntare vengono di conseguenza».
” I primi segnali di ripresa non stanno interessando le Fiere: siamo stati i primi a fermarci e partiremo per ultimi