Ora può ripartire la tela dell’alleanza con Rimini
I rispettivi cda dovranno valutare il progetto. È la «porta» per la Borsa Sempre più realtà il matrimonio con Italian exhibition group. L’ad romagnolo Peraboni: «La bussola è l’interesse di azionisti e territori»
È sempre più vicino il matrimonio tra BolognaFiere e Ieg (Italian exhibition group). I rispettivi soci dei gruppi fieristici hanno già detto sì a una cosiddetta fase preliminare. I soci di via Michelino e quello dell’expo che riunisce le fiere di Rimini e Vicenza, nel corso di diverse riunioni, hanno dato mandato agli organi di governance di valutare i dettagli della fattibilità del progetto, da tempo nel cassetto delle amministrazioni delle città coinvolte. «Non so se si parlerà di fusione — chiarisce il presidente di BolognaFiere Gianpiero Calzolari — bisogna capire quali sono gli interessi», ma ormai l’intenzione è «esplicita».
E la partnership, comunque sarà configurata, potrebbe essere la porta per l’ingresso in Borsa dell’azienda bolognese che già controlla i saloni di Modena e Ferrara ed è partner industriale della Nuova Fiera del Levante di Bari. Guardando al fatturato in caduta libera a causa della pandemia, in effetti, non sono certo questi gli anni più favorevole per bussare a piazza Affari, come s i ipotizzava l’anno scorso. Ma — argomenta Calzolari — «Ieg è già quotata e ci permetterebbe un ragionamento in questo senso».
Da Rimini, l’ammistratore delegato Corrado Peraboni parla attraverso gli schermi di «Buongiorno Regione». Trattandosi di una società quotata, per il momento, non possono essere diffuse informazioni dettagliate ma certo è che il cda ha dato mandato allo stesso Peraboni e al presidente Lorenzo Cagnoni «di valutare la convenienza e la percorribilità» della fusione. «La bussola che sarà seguita
” Colla Abbiamo dato mandato ai cda esplorare il progetto di unificazione degli expo in regione
in questa valutazione — va avanti il manager — è l’interesse degli azionisti e dei territori che rappresentiamo». L’unione darebbe vita a un colosso, quanto meno in termini economici. Dramma Covid a parte, se Bologna ha chiuso il 2019 con circa 200 milioni di bilancio, Rimini- Vicenza porta in dote dall’anno scorso un esercizio 178,6 milioni di fatturato (+11,8% rispetto al 2018), un Ebitda pari a 41,9 milioni (+35,7%) e un utile netto di 12,9 milioni (+24,1% rispetto al 2018). Bologna, inoltre, si conferma la Fiera in Italia a più alta vocazione internazionale e la seconda in quanto a volumi dopo Milano. La capacità di crescita si legge, ancora, nell’Ebitda passato da 21,2 milioni nel 2016 a 34,1 milioni con un incremento del 61% e un’incidenza sul fatturato del 17,3%.
Intanto, oltre Rimini, la Regione continua a lavorare sull’ipotesi del polo regionale. Lo ribadisce l’assessore alle Attività produttive Vincenzo Colla nel comunicare la conferma di Giulio Santagata a membro rappresentante nel cda e quello di Antonio Venturini come presidente del Collegio sindacale. L’assessore ha, ancora, rivendicati il ruolo di viale Aldo Moro nel coinvolgimento del governo e di Cassa depositi e prestiti, «per accompagnare il sistema unitario delle Fiere in Emilia-Romagna». Ha infine chiesto al nuovo cda che sia dato mandato a esplorare «il progetto di unificazione degli expo».
«Sappiamo — ha aggiunto l’assessore — che il 2020 sarà un anno difficile per le fiere nel mondo». «Ma sappiamo anche che nel 2021 il rimbalzo ci sarà. Quindi sarà fondamentale governare ed essere dentro la ripresa economica, di cui il sistema fiere rappresenta un asset imprescindibile, anche perché è un eccezionale moltiplicatore di valore. Oggi le fiere — conclude — hanno bisogno di avere spalle larghe per competere nel mondo».