Sfratti bloccati, uffici in allarme: 500 già nel limbo
L’Sos dell’Unep. A Bologna accordo avvocati-Tribunale per rigettare le istanze a carico di chi ha perso il lavoro per il covid
La proroga del blocco degli sfratti al 31 dicembre potrebbe mandare in tilt l’ufficio esecuzioni, che stima: «Abbiamo già 500 sfratti fermi, fino alla fine dell’anno raddoppieranno». E così l’ufficio andrebbe sottacqua. Intanto l’ordine degli avvocati di Bologna e il Tribunale firmano un accordo per rigettare le istanze che colpiscono chi ha che hanno perso il lavoro per il covid.
Mentre a Roma le Camere si apprestano a votare l’emendamento che proroga il blocco degli sfratti fino al 31 dicembre, l’Unep, cioè l’ufficio per notifiche, esecuzioni e protesti di Bologna storce il naso per una norma che rischia di ingolfare il lavoro degli ufficiali giudiziari quando si ricomincerà a poter eseguire gli sfratti. Non sono dunque solo i proprietari di immobili a non gradire il blocco.
All’Unep di Bologna già oggi ci sono circa 250 esecuzioni bloccate dal decreto Cura Italia, che ha previsto la sospensione durante l’emergenza sanitaria, più altrettanti fascicoli che riguardano le case di proprietà Acer, per un totale di circa 500 pendenze. La dirigente dell’ufficio Ivana Capobianco ha inviato una nota all’Ordine gli avvocati, in cui spiega che «il ministero della Giustizia ha chiarito che gli Unep non potranno accettare nè preavvisi di sfratto, nè fascicoli con accessi di rinvio nei mesi di luglio e agosto». «Se da un lato l’Unep di Bologna aveva cercato di accogliere le numerose istanze — si legge ancora nel documento —, salvaguardando la procedura ed evitando una dilatazione dei tempi procedurali ma al tempo stesso rispettando i termini della sospensione, ora l’ufficio si vede impossibilitato a procedere nelle modalità precedentemente adottate».
Dunque non solo non si potrà dare corso alle esecuzioni ma non potranno neanche essere accettate le istanze. E gli ufficiali giudiziari lamentano che vista «la mole di lavoro che si accumulerà, i tempi di esecuzione potrebbero subire un’oggettiva dilatazione», a maggior ragione se l’emendamento che prevede il blocco fino al 31 dicembre di quest’anno, già approvato in commissione Bilancio alla Camera, sarà approvato anche nel passaggio in aula.
Ma la sospensione è stata prevista per andare incontro a chi ha perso il lavoro, ha subito una riduzione del reddito o è in cassa integrazione a causa del Covid. «La norma — spiega il segretario provinciale del Sunia Francesco Rienzi — è prevista per tutelare le persone che potevano ritrovarsi senza casa durante il Covid, capisco il punto di vista dei proprietari ma ci sono delle priorità. Se siamo rimasti tutti due mesi e mezzo a casa, è giusto che chi stava per perderla non si ritrovasse in mezzo a una strada». Rienzi fa notare che il blocco riguarda le esecuzioni già convalidate dal giudice e che «i veri effetti del Covid temo si vedranno più in là». Capobianco fa invece notare che «bisogna pensare al cittadino comune che ha un solo immobile in affitto e vede scaricati su di sé gli effetti di una crisi di cui dovrebbe farsi carico lo Stato».
Per arginare le nuove procedure di sfratto, intanto, avvocati bolognesi e Tribunale, sentite le associazioni di proprietari e inquilini, hanno già firmato un accordo in cui si prevede che «nella valutazione dei presupposti per l’accoglimento dell’istanza del locatore si dovrà tenere conto dell’eventuale nesso causale tra la morosità e le condizioni delle parti conseguenti all’emergenza sanitaria». Dunque, per concedere un decreto di sfratto, la seconda sezione civile terrà in considerazione «il momento di insorgenza della morosità e la sua durata», e se, nei casi di morosità incolpevole a causa dell’emergenza, si sia tentata la strada della mediazione o l’accesso alla misure di sostegno messe a disposizione dal Comune di Bologna. «Speriamo — conclude il segretario del Sunia — che questo argini una valanga di nuove esecuzioni».
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