I proprietari: «Non siamo ammortizzatori sociali»
L’ira dei proprietari
Iproprietari immobiliari fanno fatica a trovare espressioni «poco colorite» per commentare l’ipotesi di prorogare alla fine dell’anno lo stop degli sfratti. «Siamo arrabbiati e perché ci vogliono trasformare in ammortizzatori sociali» dicono in coro Asppi, Confabitare, Confedilizia e Uppi provinciali. «Se la decisione sarà questa a settembre scenderemo in piazza — annuncia Elisabetta Brunelli, presidente di Confedilizia Bologna —. Sarebbe la prima volta, ma la misura è colma. Stanno attaccando il principio della proprietà privata». Per Andrea Casarini di Uppi Bologna «soprattutto i piccoli proprietari verrebbero sfavoriti in un momento già difficile»: la sigla nazionale ha definito «una vessazione» il provvedimento e tramite il coordinamento di Federproprietà annuncia manifestazioni in tutta Italia. «Non è in questo modo che si affronta il problema — commenta Enrico Rizzo di Asppi Bologna —. Anche perché non si possono parificare tutti i casi. C’è chi ha subito un calo del reddito a causa del Covid-19 ma bisogna differenziare da chi non ha avuto effetti. Piuttosto bisognerebbe prendere a modello quanto fatto dal Comune di Bologna che con un milione dà contributi per rinegoziare i canoni. Quella è la strada corretta alla quale invitiamo gli altri Comuni della provincia, potendo utilizzare anche un bando della Regione che però ha una scadenza e fondi non illimitati. Quindi bisogna sbrigarsi». Anche secondo Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare, Bologna ha indicato una strada da percorrere. «Ci sono proprietari che potrebbero aspettare più di un anno prima di riavere la propria casa — sottolinea —. L’emergenza abitativa non si risolve mettendo in crisi un’intera categoria. In questo modo il governo scarica sui proprietari il welfare. Anche per la nostra associazione è più utile dare più fondi creati per combattere le morosità».