Corriere di Bologna

Fumata nera I nidi estivi partono con lo sciopero

Fumata nera in Prefettura. No di Cgil e Uil al rientro da lunedì (2 giorni)

- Di Daniela Corneo

Nessuna conciliazi­one sui nidi estivi: i sindacati autonomi Sgb, Adi e Cobas faranno sciopero, presumibil­mente il 13 luglio, per esprimere il loro dissenso sul servizio che partirà lunedì. Intanto scoppia un’altra grana per il Comune che ha chiesto ai dipendenti degli uffici di rientrare due giorni la settimana: Cgil e Uil contrari.

Il tentativo di conciliazi­one in Prefettura ha fallito ed è certo che le cose sarebbero andate esattament­e nello stesso modo anche se il Comune si fosse presentato con un dirigente o con l’assessora alla Scuola Susanna Zaccaria. Cosa che non ha fatto, se non attraverso una relazione scritta, dicono da Palazzo d’Accursio, pare per un disguido tecnico della Prefettura che la convocazio­ne all’amministra­zione comunale l’ha mandata solo ieri alle 13, cioè tre ore prima dell’appuntamen­to con gli autonomi. In ogni caso, dopo giorni di agitazione, da ieri è ufficiale: sui nidi estivi ci sarà lo sciopero. L’hanno proclamato Adi, Sgb, Cobas e la data sarà presumibil­mente quella di lunedì 13 luglio.

Le sigle degli autonomi continuano a considerar­e, spiegano da Adi e Cobas, del tutto illegale un servizio che non era mai stato fatto prima. «Il servizio fatto così — dicono — è una cosa completame­nte nuova, serve un accordo per farla, oltre che un incentivo. Andava tutto organizzat­o prima, con tempi meno stretti e adesso pretendiam­o che l’amministra­zione mandi un ordine di servizio ai lavoratori e alle lavoratric­i, visto che queste tre settimane di luglio nei nidi comunali non sono normate». Insomma, lunedì si parte, ma il malumore tra il personale, anche quello aderente a Cgil, Cisl e Uil è forte.

Dal canto suo l’amministra­zione, che spiega di aver ricevuto la convocazio­ne da Palazzo Caprara troppo tardi ieri per presentars­i al tavolo di conciliazi­one, nella relazione comunque inviata ha ripercorso le tappe che l’hanno portata fino al progetto che partirà lunedì e ha richiamato i tavoli pre-Covid dove si stava tentando un accordo con i sindacati proprio sulle attività nei nidi comunali a luglio. Ma non solo: ha richiamato il protocollo per le attività estive licenziato dalla Regione e messo nero su bianco che, a fronte delle 900 richieste arrivate dalle famiglie, quel servizio si può fare solo con personale comunale e nelle strutture comunali.

Intanto per Palazzo d’Accursio arriva un’altra grana. Ieri l’amministra­zione ha annunciato, «dopo la condivisio­ne con Cgil, Cisl e Uil» firmatarie del protocollo anti Covid, ha scritto, il rientro «in sicurezza» negli uffici, sempre da lunedì, dei dipendenti almeno per due giorni la settimana. Modalità, su decisione del direttore generale Valerio Montalto, che proseguirà fino a venerdì 25 settembre. «La progressiv­a completa riapertura al pubblico di tutti gli ufvoro

«Il servizio dei nidi a luglio non rientra nella legalità, ora ci mandino gli ordini di servizio»

fici — ha scritto il Comune ieri — con l’adeguament­o delle misure organizzat­ive di contenimen­to della diffusione del coronaviru­s, è un’esigenza introdotta dal Decreto Rilancio con l’obiettivo di assicurare la continuità dell’azione amministra­tiva». Per ora il rientro sarà limitato a due giorni la settimana, «fatte salve diverse e più ampie modalità di presenza oltre che modalità più ridotte legate a situazioni di particolar­e fragilità». In ogni caso il Comune conferma che «per questo particolar­e periodo il lavoro agile rimane una modalità di prestazion­e dell’attività necessaria a limitare la presenza del personale nelle sedi di lae garantire la rotazione dei dipendenti presenti negli uffici».

Ma su questa decisione si apre un nuovo fronte di scontro tra l’amministra­zione Merola e Cgil e Uil. «Non siamo assolutame­nte d’accordo — mandano a dire Gladys Ghini (Cgil) e Loredana Costa (Uil) pochi istanti dopo la comunicazi­one di Palazzo d’Accursio —: il protocollo sarà anche stato condiviso, anzi discusso, ma non c’è un via libera». Resta la contrariet­à al rientro di circa 2.200 dipendenti (non sono compresi quelli della scuola e i vigili e altre categorie già rientrate per un totale di circa 600 persone). «Lo smart working può proseguire fino al 31 luglio — aggiungono Costa e Ghini, osservando che la Regione o la Città metropolit­ana non si comportano come il Comune capoluogo —, così il Comune crea un precedente».

Il Comune chiede il rientro almeno due giorni la settimana, muro di Cgil e Uil

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