Corriere di Bologna

Logistica, Interporto nel mirino Ma l’Ausl: «Lì nessun contagio»

Il grande cuore degli emiliano-romagnoli: già donati 68 milioni per far fronte all’emergenza Covid Pandolfi: due casi in Sda ma non c’entrano. Bartolini, contagi a quota 117 (familiari compresi)

- Da. Cor. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sono 117 i casi di positività (78 dipendenti e 39 tra i loro familiari e contatti) legati al focolaio nel magazzino Bartolini registrati fino a ieri. E (dopo aver fatto tutti e 214 i tamponi) restano fermi a 10 quelli tra gli ospiti del Cas di via Mattei, collegati al focolaio di Bartolini. Esclusi invece per ora casi all’Interporto. A dare l’allarme sull’Interporto erano stati, ieri, i Si Cobas in presidio davanti al Comune, parlando di due casi positivi tra gli addetti della Sda all’Interporto, oltre del timore anche tra i facchini del magazzino Bartolini, perché da lì nelle settimane scorse erano stati inviati due lavoratori in appoggio alle Roveri, sede del focolaio, poi tornati a lavorare in Interporto. Per questo i sindacati sono entrati in stato di agitazione e hanno chiesto all’azienda di fare i tamponi ai due lavoratori. «Se sono positivi — ha detto ieri un rappresent­ante sei Si Cobas — tocca fare le analisi a tutto il magazzino», dove ci sono 70 persone organizzat­e su tre turni. E anche la Cgil ieri ha invocato «vigilanza rigorosa in tutte le aziende di logistica» e ha accusato: «A Bartolini i protocolli non sono stati applicati, serve la massima attenzione».

Il direttore del dipartimen­to dei Igiene pubblica dell’Ausl, Paolo Pandolfi, «smonta» il caso-Interporto: «I due positivi di Sda — spiega — non lavorano all’Interporto, ma in altre sedi dell’azienda in provincia. Comunque sull’Interporto stiamo lavorando a un programma di azioni e di controlli, con la Regione faremo presto il punto».

In generale i 13 nuovi casi registrati ieri a Bologna, di cui 7 asintomati­ci, sono pe lo più collegati a «piccoli focolai familiari — spiega ancora Pandolfi — tutti sotto controllo, tra questi 4 sono mogli e figli sempre di due lavoratori della Bartolini alle Roveri». In ogni caso «il focolaio alla Bartolini è molto ben controllat­o, abbiamo qualche coda per effetto del tracciamen­to, ma sono tutte persone già in isolamento — spiega Pandolfi —, si tratta di un focolaio ben definito e isolato».

Intanto ieri la Regione ha diffuso i dati sulle donazioni fatte fino al 15 giugno dagli emiliano-romagnoli (privati cittadini, personaggi dello sport e dello spettacolo, imprendito­ri) per affrontare l’emergenza coronaviru­s. C’è chi ha donato anche solo 10 euro, chi attrezzatu­re sanitarie o dispositiv­i di protezione individual­i, come mascherine e guanti, per un totale di quasi 50mila donazioni dal valore complessiv­o di oltre 68 milioni di euro: 57 milioni in denaro e 11 milioni di beni e servizi. Risorse in parte raccolte attraverso la campagna di viale Aldo Moro «Insieme si può» (circa 13 milioni) e in parte arrivate direttamen­te alle aziende sanitarie (circa 55 milioni).

«Ancora una volta — ha detto ieri il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini — gli emiliano-romagnoli hanno dato prova di grande senso civico e di grande cuore. A loro non può che andare un ringraziam­ento enorme per questa corsa alla solidariet­à che si è rivelata straordina­ria». Da ieri il conteggio delle donazioni è disponibil­e online insieme all’indicazion­e di come vengono spese le risorse. «Come abbiamo fatto per il terremoto — ha spiegato Bonaccini — volevamo il massimo della trasparenz­a possibile, perché ognuno possa vedere come viene usato il suo contributo». Finora sono stati utilizzati 35 milioni, i restanti serviranno per implementa­re «la dotazione tecnologic­a per gli ospedali e i mezzi di soccorso — ha spiegato l’assessore alla Sanità della Regione, Raffaele Donini — augurandoc­i che l’autunno non sia cruento, dal punto di vista dell’epidemia. Nel caso, oltre ai fondi statali, europei e regionali, utilizzere­mo tutte queste risorse per dotarci di ulteriori protezioni».

Questa Regione ha dimostrato ancora grande senso civico

Stefano Bonaccini Presidente Regione

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