Corriere di Bologna

Bologna adotta Zaki: lo studente è diventato cittadino onorario

Il Consiglio comunale approva l’odg. Non partecipa al voto il centrodest­ra

- Baccaro

Il Consiglio comunale di Bologna ha votato sì al conferimen­to della cittadinan­za onoraria per Patrick Zaki, lo studente dell’Alma Mater che da cinque mesi è nelle carceri egiziane, con l’accusa di istigazion­e al terrorismo ed eversione.

Il consiglio comunale di Bologna ha «adottato» Patrick Zaki, lo studente 29enne ingiustame­nte detenuto in carcere in Egitto da 5 mesi. Con un ordine del giorno firmato anche dal sindaco Virginio Merola, il consiglio chiede al primo cittadino di assegnare a Patrick la cittadinan­za onoraria «riconoscen­do nella sua figura quei valori di libertà di studio, di libertà di pensiero e di libertà alla partecipaz­ione pubblica propri di questo territorio e delle istituzion­i che lo rappresent­ano».

Dunque lo studente dell’Alma Mater, per il quale da mesi la cittadinan­za e la comunità universita­ria si sono mobilitate, presto diverrà anche formalment­e cittadino bolognese. Ma il voto in assemblea cittadina non ha avuto l’unanimità. Lega e Fratelli d’Italia, rimasti in silenzio per tutto il dibattito, hanno deciso di astenersi al momento di esprimere il proprio voto. L’assegnazio­ne della cittadinan­za onoraria «sia condivisa unanimemen­te dal consiglio comunale della città», aveva chiesto a inizio dibattito la dem Simona Lembi, prima firmataria dell’ordine del giorno. «È una scelta politica e umanitaria» ha aggiunto. Stesso appello dal 5 stelle Massimo Bugani: «Un atto simbolico e importante che lo diventa ancora di più con l’unanimità del consiglio».

Anche Coalizione civica ha espresso voto favorevole ed è passato l’emendament­o di Emily Clancy che chiede di «esporre nuovamente la gigantogra­fia dedicata a Patrick» del disegno di Gianluca Costantini, già affissa per una settimana sulla facciata di Palazzo dei Notai.

Ieri è arrivata anche la cittadinan­za onoraria dal Comune di Milano per Zaki mentre oggi sono esattament­e cinque mesi che Patrick, con le accuse di istigazion­e al terrorismo ed eversione da cui non si è mai potuto difendere, è rinchiuso in carcere in Egitto, dove era rientrato per una breve visita alla famiglia.

Proprio sabato per la prima volta dopo mesi di silenzio, il 29enne è riuscito a far recapitare ai genitori una lettera in cui scrive che sta bene ed è in buona salute: «Spero che anche voi siate al sicuro e stiate bene. Famiglia, amici, di lavoro e dell’Università di Bologna, mi mancate tanto» si legge nello scritto partito dal carcere di Tora il 21 giugno, dopo che da marzo, per il blocco delle visite e delle udienze a causa della pandemia, né la famiglia né gli avvocati del ragazzo avevano più avuto sue notizie.

Ieri la senatrice 5 Stelle Michela Montevecch­i, membro della commission­e Diritti umani, ha così commentato l’accelerazi­one dell’iter per il conferimen­to della cittadinan­za onoraria a Zaki: «Patrick è nostro studente e come tale è a pieno titolo cittadino della nostra città: spero che la cittadinan­za onoraria faccia arrivare il segnale forte e chiaro che non è solo e ha dietro di sé una comunità determinat­a a vederlo tornare a casa». Patrick frequentav­a da settembre scorso il master in studi di genere Gemma dell’Alma Mater e a Bologna si era già fatto molti amici che da mesi tengono viva la campagna per la sua liberazion­e.

Simona Lembi

Le libertà alla base della storia di Bologna sono le stesse alla base dell’agire di Zaki

Michela Montevecch­i

Speriamo che gli arrivi il segnale che c’è una comunità determinat­a a vederlo tornare a casa

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Tornerà Accolto l’emendament­o al testo in cui si richiede di «esporre nuovamente la gigantogra­fia dedicata a Zaki»

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