A pesca nel Reno di notte, travolto dalla corrente annega uomo di 42 anni
Vittima un 42enne ucraino. La famiglia sotto choc: «Soccorsi tardivi e inefficaci»
Igor, muratore di 42 anni, andava spesso a pescare nel Reno con gli amici, l’alra sera però quella la consuetudine si è trasformata in tragedia. È caduto nel fiume forse per un malore, il fratello si è buttato per salvarlo ma quando lo hanno recuperato era ormai morto. La famiglia sotto choc non ci sta: «I soccorsi sono arrivati tardi, dovevano rianimarlo».
E’ l’1.30 della notte tra domenica e lunedì, buio e quiete sulle acque del Reno a Borgo Panigale, la corrente forte dopo i temporali dei giorni scorsi. Igor Synezhuk, 42enne muratore ucraino sta pescando col fratello e un amico, una notte come tante di quelle a cui erano abituati, passate tra cibo, bevande e la canna da pesca. A un certo punto l’uomo cade e si perde nell’acqua scura, non lo vedono più. Il fratello si tuffa e cerca di recuperarlo, il terzo uomo chiama il 112 senza saper indicare un luogo preciso in cui si trovano. I carabinieri allertano la polizia, competente per territorio. Arrivano i soccorsi ma quando i sommozzatori dei vigili del fuoco, intervenuti assieme agli uomini del nucleo speleo alpino fluviale ripescano i due riuscendo a farsi strada nell’oscurità, per Igor non c’è più niente da fare.
Era da quasi vent’anni in Italia, muratore come il fratello che ha provato a salvarlo fino alla fine, lascia due figli minorenni e la moglie. Per la famiglia però, sconvolta dal dolore, la vicenda potrebbe non finire qui. «Stiamo valutando se fare denuncia» dice
Iryna Shevchuk, parente del fratello tratto in salvo. Lamentando dal suo punto di vista «soccorsi tardivi e inefficaci. Si è perso troppo tempo e avrebbero comunque dovuto provare a rianimarlo» sostiene la donna. Dall’Ausl invece assicurano un intervento celere, «l’ambulanza è arrivata in dieci minuti dalla chiamata» e null’altro da poter fare per la vittima: «L’equipe che era a bordo purtroppo ha solo potuto constatare il decesso della persona e ha effettuato medicazioni sull’altra, che poi ha rifiutato il trasporto in pronto soccorso per un codice 1». Anche dalla Questura si sottolinea di aver agito con la massima immediatezza: è stato necessario localizzare la chiamata per poter stabilire dove mandare i soccorsi, dato che chi era con la vittima non era in grado di fornire punti di riferimento precisi.
Secondo il racconto della parente, «i tre erano a pescare, una cosa che facevano spesso». Si trovavano sull’argine del fiume nei pressi di via Chiarini a Borgo Panigale, quando l’uomo è scivolato giù verso le acque alte e che viaggiavano a velocità sostenute dopo le precipitazioni che hanno interessato il territorio. Igor era un uomo alto 2 metri, sapeva nuotare, era forte, se è caduto probabilmente è perché ha avuto un malore. Stava facendo delle cure contro la psoriasi e da qualche tempo lamentava dei malesseri. Mio cognato lo ha visto andare giù di schiena, si è subito lanciato in acqua anche lui per provare a salvarlo, lo ha preso e reggendosi a un tronco lo ha soccorso tenendolo a galla».
Sull’accidentalità della caduta non ci sono dubbi da parte degli investigatori, in ogni caso il pm Flavio Lazzarini, ha disposto che la salma resti a disposizione dell’autorità giudiziaria per eventuali accertamenti sulle cause del decesso.
” La parente Igor era un omone di due metri, forse ha avuto un malore ma avrebbero dovuto provare a rianimarlo