Corse, scarpe e gol da Banjul a San Siro «Ora in Gambia sono due eroi»
IL RACCONTO LE ORIGINI Nessuna qualificazione ai mondiali o alla Coppa d’Africa per la nazionale. Ma adesso...
Il Gambia non si è mai qualificato alla fase finale dei mondiali. Non si è mai nemmeno affacciato a quella della Coppa d’Africa. È una nazione giovane con una nazionale ancora più giovane, senza storia calcistica o una tradizione alle spalle. Ma le cose stanno per cambiare. Ora ci sono Musa Barrow e tanti altri suoi compagni che giocano in Europa e stanno crescendo. Si è aggiunto anche Musa Juwara ad ingrossare il gruppo di giovani talenti in grado di lanciare la squadra verso i primi grandi risultati della sua storia. La situazione si stava già trasformando qualche mese fa, all’inizio delle qualificazioni per la Coppa d’Africa che si sarebbe dovuta giocare in Camerun il prossimo gennaio e invece è stata posticipata al 2022: due partite con un pareggio e una vittoria — prestigiosa per 3-1 in casa dell’Angola — hanno lanciato il Gambia in testa al proprio girone, al quale aveva avuto accesso passando il turno preliminare. Il ct belga Tom Saintfiet i suoi ragazzini li ha lanciati tutti, convocando anche quelli che non s’erano mai affacciati in prima squadra durante i campionati. Juwara, ad esempio, sul taccuino c’era da mesi.
«Con questi gol i ragazzi diventano un orgoglio nazionale, Juwara che ha lasciato tutto e segna in serie A diventa un eroe all’estero» ha detto all’agenzia Dire il medico Gianluca Zunini, sposato con una gambiana, emigrato per lavoro in Africa anni fa. E basta aprire il sito della federazione calcistica per capirlo: gigantografia dei due rossoblù che si abbracciano e articolo sulla partita, che è diventata la notizia sportiva più importante nel Paese.
In Gambia la situazione è sempre al limite della fragilità. Per i quasi due milioni di abitanti di un territorio lungo e stretto che segue il corso dell’omonimo fiume, il calcio non è mai stato il primo dei pensieri. Su Youtube circolano video in cui per le partite più importanti della nazionale lo stadio dell’Indipendenza — dedicato alla nascita della nazione che si è liberata dal Regno Unito nel 1965 — i tifosi sono seduti persino sui tralicci dell’illuminazione. Il più delle volte però, il catino da 30.000 posti di Bakau è sufficiente per contenere tutti gli appassionati. Ora con il Gambia lanciato nelle qualificazioni per la Coppa d’Africa e due ragazzi che spopolano nella serie A italiana lo scenario è destinato a cambiare. Il Paese resta tra i più poveri, con un Pil pro capite di 497 dollari all’anno di cui un quinto garantito dai 90.000 gambiani emigrati. Tra il 2014 e il 2018 sono stati oltre 35.000 quelli arrivati senza documenti. Con una delicata situazione politica — Adama Barrow ha vinto le elezioni nel 2017 sconfiggendo Yahya Jammeh, al potere da 23 anni grazie a un colpo di stato — e una stabilità da trovare — il nuovo presidente ha riportato la repubblica nel Commonwealth dopo la scelta del predecessore di avvicinarsi agli stati islamici, forte del 95% di cittadini di fede musulmana nel Paese — il Gambia ora scopre quanto possa essere potente il messaggio del calcio.
La storia di Musa Barrow è molto nota in Europa, perché già alle prime partite nelle giovanili dell’Atalanta il ragazzo aveva fatto parlare di sé. In patria il suo mentore è stato Pierre Gomez, difensore considerato un punto di riferimento per il calcio gambiano. La sua leadership lo ha portato fino ai vertici dell’associazione calciatori che ora esprime grande gioia di fronte ai successi dei suoi emigrati. Per il movimento del suo Paese Gomez ha fatto tanto, forse la cosa più importante è stata proprio aiutare l’attuale numero 99 del Bologna. «Mi ha insegnato tutto, è stato lui a comprarmi il primo paio di scarpini: io giocavo per strada a Banjul...» disse al suo arrivo a Bergamo.
Quanto vale un campione di primo piano? È incalcolabile. Se Barrow diventerà un top player mondiale sarà una benedizione per il Gambia. Da Roger Milla con il Camerun negli anni Novanta a Didier Drogba per la Costa d’Avorio, la lista di benefattori indiretti è sconfinata. L’ultimo è Sadio Mané del Liverpool, che gira a bordo di un’utilitaria perché tutti i suoi guadagni li mette a disposizione dei giovani in Senegal. Il Gambia di talenti inizia ad averne più d’uno, l’immagine degli eroi bolognesi aiuterà il calcio locale e forse anche il Paese. Una squadra della capitale Banjul, gli Hawks dov’è cresciuto Barrow, hanno iniziato da tempo a produrre giocatori internazionali. Gli «scorpioni», come sono soprannominati i giocatori della nazionale, sono pronti a pungere l’Africa.