Corriere di Bologna

«Alla prima partitella al Chievo lo fermavamo solo con i calci»

L’INTERVISTA MASSIMO GOBBI Venerdì i gironi

- A. Mos. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Massimo Gobbi, domenica era a bordocampo a San Siro per Dazn e ha visto segnare il suo ex compagno Juwara.

«Al mio ultimo anno di Chievo lui cominciava a farsi vedere in prima squadra: era giovanissi­mo, ogni tanto veniva ad allenarsi con noi come aggregato della Primavera, perché Rolando Maran ne chiamava spesso a fare spezzoni di allenament­i e di partitelle. C’erano sia lui sia Vignato: ci siamo conosciuti così, a Milano l’ho rivisto in campo e sono stato felice per il suo gol».

Un ragazzo che in partitella dovevate fermare anche con le cattive, vero?

«Quanti calci che gli abbiamo dato noi “vecchi” del gruppo, povero Musa. Sul piano tecnico è un ragazzo di grandi qualità fisiche, intese ovviamente come rapidità e velocità, non come struttura, e ha una buonissima tecnica: quando al Chievo facevamo la partita in famiglia del giovedì, noi della prima squadra avevamo carichi di lavoro importanti nelle gambe e c’era questo ragazzino che correva via da ogni parte, veloce e bravo. Allora già fai fatica, poi ti innervosis­ci e alla fine dovevamo stenderlo. Magari è cresciuto anche così».

Sul piano caratteria­le che ragazzo è?

«Da quel punto di vista non l’ho vissuto molto, perché non era in rosa in maniera stabile due anni fa. Di certo era un ragazzo tranquilli­ssimo, non ha mai detto nulla dopo quei falli in partitella, e in allenament­o si impegnava molto: alle prime apparizion­i in prima squadra ti giochi tanto e lui si dava parecchio da fare».

Che effetto le ha fatto rivederlo decisivo a San Siro contro l’Inter?

«È entrato con una personalit­à impression­ante, non scontata per un ragazzo così giovane: sono cose che fanno la differenza. Specie in un palcosceni­co come San Siro, per quanto a porte chiuse. In regia dopo l’1-1 ci siamo detti: stai a vedere che la vincono. Sono partite strane, prendi coraggio e vinci anche se gli altri sono più forti: in questo la sfrontatez­za del giovane bravo è una benzina formidabil­e».

Cosa l’ha impression­ata di Juwara?

«Vado oltre al gol e all’espulsione di Bastoni: non so se avete notato la giocata che fa sul gol di Barrow. Quella sembra una giocata banale, ma fatta in quel modo non lo è affatto: un tocco di esterno effettuato con la semplicità di chi ha qualità. Si vede che Mihajlovic gli ha dato fiducia e si sentiva a suo agio: la scelta dell’allenatore è stata perfetta, perché con le squadre stanche uno che entra e va a 2.000 all’ora come Juwara rischia di fare danni e capovolger­e le partite. E così è stato».

Mettere Juwara è stata una grande intuizione di Sinisa: contro gli avversari stanchi, uno bravo che va a mille all’ora può ribaltare una partita

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy