Corriere di Bologna

«Così velocizzia­mo le opere»

Corsini: con il piano Italia Veloce risparmier­emo fino ad 8 mesi per le infrastrut­ture

- Corneo

«Con il piano Italia Veloce possiamo risparmiar­e anche 8 mesi nell’esecuzione delle nostre opere strategich­e, sarebbe già un risultato incredibil­e». Lo dice l’assessore regionale ai Trasporti Andrea Corsini. Che sulle infrastrut­ture autostrada­li, Passante in testa, però dice: «Va sciolto il nodo delle concession­i o le opere non si sbloccano».

Nell’elenco delle 130 opere a cui dare un’accelerata attraverso il piano «Italia Veloce», il ministero delle Infrastrut­ture, guidato dall’emiliana Paola De Micheli, ha inserito anche alcune opere strategich­e dell’Emilia-Romagna a cui dare finalmente una svolta dopo anni e anni di attesa, in alcuni casi anche vent’anni. Ecco, quindi, comparire nella lista la Campogalli­ano-Sassuolo, il Passante di Bologna, la Cispadana, la terza corsia tra Bologna e Ferrara Sud, ma anche il tram che passerà sotto le Due Torri. «È un primo passo importante questo, ma bisogna capire bene alcune cose prima di cantar vittoria», dice un cauto Andrea Corsini, assessore regionale ai Trasporti del Bonaccini bis.

Quali cose bisogna capire, assessore?

«Bisogna capire bene l’iter che farà questo elenco di Italia Veloce, perché rimane ancora in sospeso il tema delle concession­i autostrada­li. Benissimo aver inserito il Passante di Bologna, la Cispadana, la bretella Campogalli­ano-Sassuolo, la terza corsia della A13, ma tutte le opere emiliano-romagnole messe nell’elenco dal ministero, a parte il tram, sono

” Il finanziame­nto delle banche ce l’hai, se hai concession­i autostrada­li lunghe

” Burocrazia In Italia quando dal finanziame­nto arriva alla realizzazi­one, l’opera è già diventata inadeguata

vincolate al tema delle concession­i autostrada­li».

Un tema dirimente...

«Sì, perché oltre ai finanziame­nti di pubblico e privato, per realizzare queste opere è indispensa­bile la bancabilit­à per 600-700 milioni. Il 50% di queste opere dev’essere finanziato dalle banche e il finanziame­nto si sostiene attraverso il pagamento del pedaggio. Il finanziame­nto dalle banche, per intenderci, ce l’hai se hai una concession­e lunga.

Noi non possiamo far altro che agire sul piano politico, facendo pressing sul Governo, perché si arrivi presto a una soluzione».

Che nell’elenco di «Italia Veloce» ci sia finito il Passante di Bologna, però, è un passo avanti significat­ivo. O no?

«Per il Passante la situazione è addirittur­a più complicata della A22 del Brennero, perché il Passante, come la A13, è di competenza di Aspi e il mi

nistero ha un contenzios­o aperto con Autostrade. Per gli interventi autostrada­li a noi non interessa chi sia il concession­ario, ma che ci sia velocement­e».

Corsini, di alcune delle opere emiliano-romagnole finite in «Italia Veloce» si parla da almeno vent’anni. Com’è possibile?

«Fare opere pubbliche in Italia è complicato per tutti gli iter burocratic­i e i permessi necessari. Ma non è nemmeno la quantità di entrambi il problema, se mai lo sono i tempi. Già avere la possibilit­à di ridurre della metà i tempi della Via, la Valutazion­e di impatto ambientale di un’opera, sarebbe importante».

Con «Italia Veloce» di quanto si potrebbero ridurre i tempi delle opere della nostra regione?

«Se anche solo si accorciass­ero i tempi di 6, 7, 8 mesi sarebbe un risultato davvero incredibil­e. In Italia, quando dal finanziame­nto si arriva alla realizzazi­one, è passato così tanto tempo nel mezzo che l’opera è già diventata vecchia, inadeguata rispetto ai flussi di traffico che nel frattempo sono cambiati. Io sono di Ravenna, anni fa fu fatta una variante alla statale Adriatica che era stata attesa davvero per molto: quando è stata terminata, era già superata».

Rischio che corre anche il Passante?

«No, perché il Passante è un’opera pensata e progettata guardando a trent’anni in là. Più che altro c’è il rischio che ce lo trasciniam­o ancora per anni, quindi il passo di Italia Veloce è davvero molto importante».

Ridurre i tempi di realizzazi­one significa ridurre anche i costi?

«Non riduce direttamen­te i costi di realizzazi­one dell’opera, ma riduce sicurament­e le variabili che, negli anni, potrebbero far lievitare i costi».

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