Delitto Poli, nei guai amico di Monti
All’ex fioraio Sassatelli 2 anni e 6 mesi per favoreggiamento
È stato condannato a 2 anni e 6 mesi per favoreggiamento l’amico di Monti, l’uomo accusato del delitto di Valeriano Poli e poi morto suicida in carcere. Sassatelli avrebbe cercato di coprirlo raccontando il falso.
Due anni e sei mesi per favoreggiamento nei confronti del presunto omicida di Valeriano Poli. A vent’anni di distanza dall’uccisione del buttafuori della discoteca Tnt, Massimo Sassatelli, di professione fioraio, è l’unico imputato condannato per quella vicenda che insanguinò le notti bolognesi. Stefano Monti, 60enne arrestato nel 2018 con l’accusa di aver sparato otto colpi di pistola a Poli per vendicarsi di una rissa in cui aveva avuto la peggio, si è suicidato un anno fa impiccandosi nella sua cella della Dozza, senza attendere il verdetto della Corte d’Assise, atteso per la settimana successiva. Una vicenda dolorosa che ha fatto ripiombare nel lutto non solo la famiglia della vittima, che da quella notte di novembre del ’99 attende di sapere chi sparò al buttafuori, ma anche quella di Monti, che si è sempre dichiarato innocente e al momento del suicidio era detenuto da un anno.
Ieri la giudice Ines Rigoli ha condannato per favoreggiamento l’amico di Monti, accogliendo in pieno la tesi e la richiesta del pm Roberto Ceroni. Bisognerà attendere 90 giorni per le motivazioni, ma è la prima volta che un giudice si esprime sul cold case che nel 2017 fu riaperto grazie a un’analisi di polizia scientifica su uno scarponcino della vittima sul quale, utilizzando un software in 3D, venne isolata una traccia di sangue contenente il Dna di Monti.
Alla rissa tra Monti e Poli, avvenuta mesi prima fuori dalla discoteca nella quale quest’ultimo faceva il buttafuori, e movente dell’omicidio per l’accusa, era presente Sassatelli che però sia nel 2001 che nel 2017, sentito come persona informata sui fatti, per il pm avrebbe mentito per coprire l’amico, anche dietro le pressioni di quest’ultimo. A inchiodarlo anche alcune intercettazioni nelle quali avrebbe concordato la versione da dare in Questura. Sia Monti che il fioraio si sono sempre dichiarati innocenti, mentre per l’accusa Sassatelli avrebbe saputo qualcosa anche di alcuni spilloni, di quelli utilizzati per allestire le corone mortuarie, che nei mesi precedenti all’omicidio furono lasciati sulla macchina di Poli per spaventarlo.
L’imputato, difeso dall’avvocato Alessandra Altavilla, in aula, ha dichiarato di aver ribadito nel 2017 solo ciò che ricordava a distanza di vent’anni. «Probabilmente quando sono stato sentito non ho raccontato quello che qualcuno si voleva sentir dire — ha detto davanti al giudice —. L’unica mia colpa è quella di aver detto la verità». La difesa, dopo aver letto le motivazioni presenterà istanza di appello.
Per l’accusa mentì per coprire l’amico accusato del delitto del buttafuori