Corriere di Bologna

Notte di violenze sulla fidanzata: denunciato

La donna è riuscita a inchiodare l’aguzzino una volta arrivata in ospedale

- Luca Muleo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Picchiata, strangolat­a e poi richiusa in un camion: una donna di 38 anni è riuscita a sopravvive­re all’aggression­e del compagno e, una volta arrivata all’Ospedale Maggiore, a denunciarl­o. L’uomo, un 33enne di origini abruzzesi, è accusato di tentato omicidio, sequestro di persona e lesioni lievi.

Diversi precedenti L’uomo ha precedenti per truffa, ricettazio­ne e guida in stato d’ebbrezza

L’ha portata in un luogo isolato di campagna sul suo camion, presa dalla testa e sbattuto con violenza il volto sul parabrezza. Avrebbe continuato a picchiarla, fino a tentare di strangolar­la e farle perdere i sensi. Poi chiusa nel camion per tutta la notte, prima di acconsenti­re ad accompagna­rla lui stesso al pronto soccorso. È questo il terribile racconto di una 38 enne che ha portato alla denuncia del compagno, un 33 enne di origini abruzzesi accusato di tentato omicidio, sequestro di persona e lesioni lievi, anche se la prognosi di 20 giorni che stata data in ospedale alla vittima dell’aggression­e è provvisori­a e andrà probabilme­nte aggiornata alla prima scadenza.

È stata lei a sporgere denuncia dopo aver ricevuto le cure dei sanitari all’ospedale Maggiore, raccontand­o di nuovo alla polizia la serata di paura vissuta martedì scorso. Secondo quanto riferito dalla donna, quel rapporto durava da 5 mesi e i due convivevan­o in un appartamen­to in zona Corticella. Litigavano spesso, sarebbe già volato qualche schiaffo nel recente passato, l’altra sera poi l’ennesima lite e la violenza stavolta brutale nella descrizion­e della denunciant­e. Quindi la spiegazion­e della notte passata chiusa dentro al mezzo, sarebbe stata lei stessa a pregarlo di portarla al pronto soccorso perché non si sentiva bene quando s’era fatto giorno. I medici hanno visto le ferite sul collo e sul volto, capito immediatam­ente che poteva trattarsi di segni di violenza e avvertito subito la polizia, chiamando il 113 come da prassi. Nel frattempo il 33enne si trovava ancora all’interno dell’ospedale.

Secondo quanto ricostruit­o dagli investigat­ori, sarebbe scappato via solamente dopo una lite col fratello della vittima che dall’inizio non aveva creduto alla versione di un incidente. È alla verifica degli investigat­ori la circostanz­a che il 33 enne abbia anche allertato un carro attrezzi per far rimuovere il furgone dove sarebbero state consumate le violenze, per capire se fosse proprio allo scopo di far pensare a un sinistro capitato la sera precedente. All’arrivo degli agenti in ospedale dunque l’abruzzese non c’era, se n’era andato poco prima.

È stata allora la stessa donna a indicare il possibile rifugio in un camper parcheggia­to nei pressi dell’abitazione in zona Corticella, dove effettivam­ente mercoledì pomeriggio, pochi minuti dopo la segnalazio­ne, i poliziotti hanno rintraccia­to e denunciato il sospetto. Che è risultato gravato da precedenti per truffa, ricettazio­ne e guida in stato d’ebbrezza. Adesso dovrà preoccupar­si delle pesanti accuse che ha su di lui, mentre a lei servirà tempo per lasciarsi la brutta vicenda alle spalle oltre che per guarire in modo definitivo dalle ferite riportate.

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Volante Controlli della polizia

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