Corriere di Bologna

Ragazzo di 21 anni annega nel Reno

Il fiume fa un’altra vittima: giovane pakistano perde la vita vicino a Casalecchi­o

- Muleo

Credeva che l’acqua fosse molto più bassa. Quell’errore di valutazion­e è stato fatale per un 21enne di nazionalit­à pakistana che è annegato ieri pomeriggio nei pressi della Chiusa di Casalecchi­o. Sul posto sono intervenut­i i sanitari del 118 oltre a carabinier­i e ai sommozzato­ri dei vigili del fuoco, ma è stato possibile solo recuperare il corpo. Si tratta del secondo decesso nel fiume Reno in pochi giorni dopo quello del 42enne ucraino di domenica.

Non sapeva nuotare, ma si è fidato lo stesso. Pensava che l’acqua in quel punto fosse bassa e non aveva paura. Si è tuffato per bagnarsi, sentendosi in una piscina di pochi centimetri dalla quale si sarebbe potuto rialzare senza difficoltà. E invece Muhammad Sohil, 21 enne pachistano che da tempo viveva ad Argelato, ha sentito mancare l’appoggio sotto i piedi, non è più riuscito a darsi la spinta per risalire nelle acque del Reno.

Alla Chiusa, dove il bagno nel Reno già vietato in ogni zona del suo corso è ancora più pericoloso per l’improvvisa forza di mulinelli in grado di trascinare chi si tuffa nelle braccia di forti correnti. Non sembrerebb­e questo il caso, piuttosto si tratterebb­e appunto di un appoggio mancato all’improvviso nelle acque alte, forse anche una buca. Gli amici non l’hanno più visto, angosciati hanno chiamato i soccorsi. Sul posto, al Lido di Casalecchi­o, carabinier­i e vigili del fuoco che con sommozzato­ri ed elicottero ieri hanno battuto la zona per un’ora fino a quando hanno trovato il corpo senza vita del giovane pachistano, attorno alle 13.30. Una tragedia che ha lasciato sotto shock i tre coetanei pachistani, di cui uno ha accusato un malore ed è stato portato in ambulanza al pronto soccorso in codice 1.

Nessun dubbio sull’accidental­ità dell’accaduto, come hanno confermato anche i testimoni presenti. Muhammad era nel bolognese da diverso tempo, aveva altri parenti sul territorio anche se il grosso della famiglia, genitori compresi, vive in Pakistan. La notizia è stata data ai cugini per primi. Cercava lavoro dopo aver collaborat­o per qualche tempo con una pizzeria. Insieme agli amici era andato a Casalecchi­o per prendere il sole e per fare quel bagno proibito dai tanti cartelli di divieto che ci sono nella zona, dove troppi lutti si sono registrati in passato.

«Il fiume è pericoloso, ci sono molte segnalazio­ni di divieto di balneazion­e in varie lingue, purtroppo in tanti vanno ancora a fare il bagno lì e non solo a prendere il sole» spiega il sindaco di Casalecchi­o, Massimo Bosso. «Sono tratti rischiosi, ci sono mulinelli, correnti che trascinano giù proprio perché c’è la chiusa, anche nel passato abbiamo registrato molte tragedie.

Mi colpì in gioventù un episodio con 5 ragazzi morti. Proprio per questo ci sono tutti quei divieti, e d’altronde controllar­e fisicament­e tutto il corso sarebbe impossibil­e».

Infatti il Reno in questi giorni è tornato di prepotente e tragica attualità, pur se gli episodi del recentissi­mo passato sono maturati in condizioni diverse da questo. È il caso di Igor Synezhuk, 42 enne ucraino deceduto domenica scorsa all’altezza di via Einaudi quando era a pesca con il fratello e un amico ed è caduto in acqua. Annegando nonostante il disperato tentativo del congiunto di tenerlo a galla.

E poteva succedere qualcosa di simile il giorno dopo a Casteldebo­le, quando due stranieri sono stati ripescati e tratti in salvo dai sommozzato­ri dei vigili del fuoco e dalla polizia, caduti durante una serata dal tasso alcolico elevato.

Massimo Bosso

Il fiume è pericoloso, ci sono molte segnalazio­ni di divieto di balneazion­e in varie lingue

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La zona in cui si è immerso il 21enne che ha perso la vita ieri è quella della Chiusa del fiume Reno
A Casalecchi­o La zona in cui si è immerso il 21enne che ha perso la vita ieri è quella della Chiusa del fiume Reno
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