Ed ecco «E» squadra civica (con lo sguardo a destra)
Rondoni-Foschini
«Basta con gli aut aut, è l’ora della congiunzione». Così il poeta Davide Rondoni e l’ex assessore e consigliere comunale, Paolo Foschini, definiscono quello che hanno chiamato simbolicamente «E»: un tavolo di confronto che partirà ad ottobre per parlare del futuro della città in vista delle amministrative. L’invito è rivolto a tutte le personalità bolognesi che vogliono discutere di lavoro, economia, sanità e infrastrutture, cercando una visione comune. «A Bologna c’è un gruppo di persone, che vengono da mondi diversi, che possono lavorare insieme per il bene di questa città — dice Rondoni —. I cittadini sono stanchi dei soliti slogan “Passante si, Passante no” e dei soliti schieramenti. Vogliamo proporre uno spirito nuovo con cui affrontare le Comunali 2021 e chiunque voglia confrontarsi è il benvenuto». Da un lato le personalità politiche da coinvolgere di certo non mancano, dall’altro invece si attende ancora che qualcuno si faccia avanti. «A Bologna c’è un 30-40% che si riconosce nel centro-destra — commenta Giovanni Caliceti, tra gli ideatori dell’iniziativa —. Mi rifiuto di pensare che non abbiano idee, bisogna che vengano fuori». Tra i temi fondamentali su cui urge un confronto, secondo gli ideatori di «E» c’è sicuramente quello del lavoro e del precariato, ma anche la difficoltà degli imprenditori nella ripartenza post-covid. «Le prossime elezioni possono essere un’occasione per questa città — sottolinea Paolo Foschini, ex assessore comunale —. I partiti non devono guardare al proprio ombelico, in autunno la crisi economica e sociale che deriva da questi mesi sarà dirompente. Sarebbe ora che i cittadini di Bologna si scegliessero civicamente una squadra che pensasse ad uno sviluppo ordinato della città e finalizzato a qualche cosa. Questa è la nostra provocazione, congiunzione anziché opposizione». Da questo confronto, spiegano gli ideatori, tra cui anche Fabio Battistini e Pierluigi Sforza, potrebbero uscire diversi programmi elettorali, ma anche delle liste civiche e perché no anche possibili candidati a sindaco. Una cosa è chiara però: l’invito è rivolto alle persone, non a simboli e partiti. (e. p.)