Corriere di Bologna

Delitto di Tolè, rinviati a giudizio i due «amici» della vittima 42enne

Udienza preliminar­e il 20 luglio

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Sono accusati di aver pestato l’amico per futili motivi e poi, dopo la sua morte per un colpo troppo forte, di aver cercato di far sparire il cadavere gettandolo in un burrone di 50 metri. Con l’accusa di omicidio aggravato dai futili motivi e dall’occultamen­to di cadavere, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Ivan Rudic, autotraspo­rtatore serbo 35enne, e Mihai Apopei, 50enne operaio romeno, arrestati un anno fa per il delitto di Consolato Ingenuo, 42enne calabrese residente ad Amore, frazione di Vergato. L’omicidio era scaturito da una banale lite tra i tre che si frequentav­ano da tempo, scoppiata in un bar di Tolè mentre erano alticci. Quando gli animi sembravano sedati, il gruppetto era andato via sull’auto di Rudic, ma da quel momento, era il 29 luglio, della vittima si persero le tracce. Il corpo fu rinvenuto il mattino seguente in una dirupo tra Cereglio e Tolè, poco distante dalla macchina di Rudic abbandonat­a e piena di tracce di sangue. Per il pm Bruno Fedeli i due, dopo la lite finita male, tentarono di occultare il corpo che però si impigliò in un ramo d’albero. Apopei sostiene di aver preso parte solo all’occultamen­to del cadavere e di non essere presente nella seconda fase della rissa, quando a Ingenuo fu inferto il colpo mortale. L’udienza preliminar­e inizierà il 20 luglio.

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