Corriere di Bologna

«Pochi i contagiosi, serve solo prudenza»

- M. Ama.

«Questi nuovi focolai smentiscon­o chi diceva che il virus era sparito, il coronaviru­s c’è e bisogna continuare ad essere prudenti e adottare le regole di sicurezza». A suggerire di non abbassare la guardia è Paolo Pandolfi, direttore del dipartimen­to di Sanità pubblica alle prese con il nuovo focolaio alla Tnt Express, ma anche con la coda di quello alla Bartolini e con quelli famigliari. «Interessan­o poche persone alla volta, ma sono insidiosi», commenta.

Dottor Pandolfi, dobbiamo essere preoccupat­i?

«Dobbiamo preoccupar­ci nel senso di essere consapevol­i che le regole devono essere rispettate perché il virus è ancora qui. Ovunque, anche in vacanza in riva al mare. Il problema non è finito. Sono ottimista per natura ma visto come vanno le cose ho la sensazione che il prossimo autunno-inverno potremo rivedere l’epidemia riprendere vigore. Però adesso sappiamo come individuar­e prima i casi, abbiamo delle terapie a disposizio­ne e individuia­mo le comunità a rischio. Ad esempio le strutture per anziani, i cui ospiti sottoponia­mo sistematic­amente a test e tamponi».

L’indice Rt dell’EmiliaRoma­gna è il più alto in Italia, come la vede?

«È un indice relativo in una situazione endemica quale quella in cui ci troviamo. Significa che scopriamo i casi, perché li andiamo a trovare, e quindi lavoriamo bene. Ma la gran parte dei positivi sono asintomati­ci: li troviamo subito, prima che sviluppino i sintomi e li isoliamo, così non contagiano».

Prima Bartolini, poi Tnt, la logistica è un comparto a rischio?

«Ce ne sono altri, penso ad esempio alla macellazio­ne. La precarietà di certi lavori porta le persone a spostarsi da una struttura all’altra e spesso si tratta di persone che se non lavorano non mangiano, quindi non si fermano neppure se hanno i sintomi. Bene ha fatto la Regione a rendere obbligator­i i test sierologic­i».

Alla Tnt 29 positivi tra i lavoratori, ce ne saranno altri?

«I 214 tamponi fatti a magazzinie­ri e facchini non sono tutti refertati, quindi qualche caso in più ci sarà, e anche tra i famigliari e i contatti stretti».

Tra i nuovi positivi ce ne sono anche 3 della Bartolini: fatica a spegnersi?

«È una coda del focolaio, ma erano famigliari già in isolamento.

Complessiv­amente sono state coinvolte 158 persone, la metà lavoratori e il resto contatti stretti: 132 asintomati­ci e 26 sintomatic­i (di cui 20 operai e 6 famigliari). Diciotto sono già guariti, quindi i casi in corso sono ancora 140. Dieci operai risiedevan­o all’hub di via Mattei, ma lì si è fermato subito il contagio».

Operazione Interporto: come sta andando?

«Abbiamo fatto 250 test sierologic­i in due giorni, solo 4 i positivi, l’1,5%, una percentual­e simile a quella della popolazion­e generale, mentre nelle Cra è stato del 7-8%. Torneremo ancora, contiamo di testare 800 persone, il 20% dei lavoratori, per vedere come ha circolato il virus e per fare un po’ di educazione e formazione in vista dell’inverno».

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Epidemiolo­go Paolo Pandolfi guida il dipartimen­to di Sanità pubblica

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