Corriere di Bologna

Sinisa tenta il colpaccio (e si affida alla fortuna)

- di Alessandro Mossini

Voglia di rivincita per due: oggi alle 18 al Dall’Ara si affrontano Bologna e Lazio, con i rossoblù ancora arrabbiati per l’errore arbitrale subito contro il Sassuolo e i biancocele­sti che cercano riscatto dopo i quattro ceffoni di Champions contro il Bayern Monaco. Mihajlovic, che oggi festeggerà le cento partite in serie A sulla panchina del Bologna, contro la “sua” Lazio la gioca anche sul piano mentale: «Mi aspetto una partita aperta, all’andata abbiamo avuto più possesso palla e occasioni-gol di loro ma abbiamo perso. Nell’ultimo anno il Bayern ha alzato più trofei di quante partite abbia perso, ma quando perdi in quel modo comunque lasci sul campo certezze: servirà aggressivi­tà e dovremo partire forte, la Lazio è una squadra fisica, compatta e tecnica ma se giochiamo come sappiamo e abbiamo un po’ di fortuna chissà cosa potrà succedere».

Certo, la fortuna non è stata esattament­e compagna della settimana visto l’infortunio a Tomiyasu («a forza di dire che gioca sempre, siete riusciti a portargli male. Perdo tanto, c’è una ragione se giocava

” Penso ci sarà ancora più gente negli stadi, quando riaprirann­o: il più sarà capire la reazione dei giocatori che si sono abituati agli spalti vuoti Sarà lo stesso trauma di quando li chiusero, ma in positivo

sempre», mastica amaro Sinisa), ma bisognerà fare di necessità virtù.

L’altro tema caldo della settimana riguarda gli arbitraggi e Mihajlovic non si sottrae, toccando anche le decisioni avverse ricevute dalle italiane in Champions League: «Anche in Europa si sono visti errori gravissimi, manca un rigore a Juventus e Lazio e poi c’è stata l’espulsione di Freuler per l’Atalanta. Succede da ogni parte, non so perché. Non vorrei che il fatto che i due designator­i siano uno di Bologna e uno italiano (Rizzoli per serie A e B, Rosetti per la Uefa, ndr) li porti per paura di essere accusati di essere troppo favorevoli al Bologna o alle italiane ad agire inconsciam­ente al contrario».

Una questione messa sul piatto, con il serbo che poi tende la mano ai direttori di gara: «Tutti possono sbagliare, fa parte del calcio. Sbaglio anche io: a volte il quarto uomo mi spiega cose che non so perché la regola è cambiata. Di certo non sono errori in malafede, questo è fondamenta­le: servirebbe più uniformità di giudizio e più empatia, questo sì, e magari far correre più il gioco come in Europa. Ma dopo che uno ti chiede scusa, cosa deve fare di più? Rimane la rabbia, magari, ma si va avanti». Si cerca di andare avanti anche in un altro senso, giunti a quasi un anno di calcio senza pubblico.

L’ultima fu proprio LazioBolog­na, il 29 febbraio 2020, ma guardando avanti per il tecnico non sarà un problema richiamare i tifosi sugli spalti: «Sarà come per i ristoranti in zona gialla, hai voglia di andarci dato che te l’hanno vietato e quando puoi ci vai. Penso ci sarà ancora più gente negli stadi, quando riaprirann­o: il più sarà capire la reazione dei giocatori che ora si sono abituati agli spalti vuoti. Sarà lo stesso trauma di quando li chiusero, ma in positivo». Purtroppo, l’attesa sarà ancora lunga

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 ??  ?? Alla Cesoia L’inaugurazi­one del murale dedicato al campo della Cesoia, il terreno su cui giocò il Bologna tra il 1911 e il 1913
Alla Cesoia L’inaugurazi­one del murale dedicato al campo della Cesoia, il terreno su cui giocò il Bologna tra il 1911 e il 1913

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