Pd, Zingaretti arruola De Maria E Galletti «tenta» il centrodestra
Ma tutti aspettano la data del voto
Non è bastata la chiusura della partita sui sottosegretari, che ha lasciato una certa amarezza in casa dem, per far ripartire davvero la macchina del Pd di Bologna verso la scelta del candidato sindaco. All’orizzonte, per quanto una data certa ancora non ci sia, c’è un Consiglio dei ministri che verrà convocato ad hoc per occuparsi delle future elezioni sul territorio. Dunque la Federazione resta con il motore in folle e aspetta arrivi l’ufficialità su un rinvio delle urne dopo l’estate che, complice il peggioramento dalla pandemia da Covid, tutti danno ormai per scontato.
Con uno slittamento del voto alle porte e due candidati in pectore in campo, gli assessori Alberto Aitini e Matteo Lepore, la prospettiva è quella di andare a primarie di coalizione in tarda primavera con due candidati dem, insieme agli eventuali nomi che emergeranno nella coalizione ancora da delimitare (Emily Clancy di Coalizione civica potrebbe correre da sinistra, Italia Viva deciderà più avanti il da farsi). Rimasto a bocca asciutta nella composizione del sottogoverno Draghi, con l’esclusione di ben due donne (le ex sottosegretarie Sandra Zampa e Francesca Puglisi), ieri il Pd di Bologna ha incassato «il riconoscimento» arrivato con l’ingresso di Andrea De Maria nella segreteria nazionale dem, dove si occuperà di Cultura e Politiche della memoria. «Ringrazio Nicola Zingaretti per la fiducia — ha scritto De Maria — mi impegnerò al massimo».
Dopo l’apertura di credito a Lepore arrivata nei giorni scorsi da De Maria, la nomina di ieri in segreteria è per molti la conferma che il deputato dem non entrerà nella partita sulla candidatura di Bologna per osteggiare l’assessore alla Cultura gradito al Nazareno. Né lo farà l’eurodeputata Elisabetta Gualmini, che proprio ieri, nel difendere con un lungo post la candidatura a Rimini della dem Emma Petitti, è tornata a ribadire a scanso di equivoci che «a Bologna non sono della partita». Con primarie di coalizione all’orizzonte e il 35% di firme in Assemblea cittadina da raccogliere, dunque, resteranno per il Pd solo i due assessori Lepore e Aitini in campo. E a quel punto, con i pronostici che danno il primo per favorito, rimane difficile immaginare una convergenza del movimento civico di Giancarlo Tonelli e Gian Luca Galletti, Bologna civica.
Non a caso più crescono le quotazioni di Lepore, più arrivano segnali di insofferenza dai centristi di Bologna civica. Tanto che per il Resto del Carlino l’ex ministro dei governi Renzi e Gentiloni potrebbe addirittura diventare il candidato che il centrodestra sta ancora cercando. Il diretto interessato non ha smentito, ma fonti della Lega emiliana parlano senza mezzi termini di «ipotesi non percorribile». E anche da Milano arrivano conferme del fatto che Matteo Salvini non ha in mente un profilo politico come quello di Galletti quando pensa a un candidato civico per Bologna. Altro, ovviamente, sarebbe un’alleanza elettorale con i centristi, ma questa è una prospettiva che è sul tavolo del centrodestra, come del centrosinistra, dal primo giorno. E che soltanto Bologna civica potrà sciogliere dopo il lungo surplace, senza escludere la possibilità alla fine di presentarsi alle Amministrative da sola con un proprio candidato.
Al Nazareno
De Maria andrà a occuparsi di Cultura e politiche della memoria in segreteria nazionale