Corriere di Bologna

Il caso Zampa e quei prodiani tenuti fuori dai giochi dem

In ballo equilibri locali e regionali

- Marco Marozzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo l’effetto Draghi, a Bologna e nel Pd si rischia l’effetto Prodi. L’esclusione dal governo di Sandra Zampa apre una ferita che sarà complicato aggiustare. Fra nuovi equilibri, leadership nazionali e locali in crisi e in cerca di formazione.

Al Corriere della sera l’ ex sottosegre­taria alla Sanità ha raccontato che Romano Prodi «è enormement­e dispiaciut­o». «Mi ha detto che considera l’esclusione dovuta alla mia vicinanza a lui», hanno rilanciato l’intervista gli altri giornali.

In Parlamento rimane come ultimo prodiano Serse Soverini, eletto nel 2018 nella lista «Insieme», designato dall’ex ministro Giulio Santagata, messo dal Pd dove poi è confluito in un collegio blindato di Imola, mentre la Pd Sandra Zampa, deputata da dieci anni, vicepresid­ente del partito con il mai amato Renzi, era stata inviata nel ferrarese spadronegg­iato dalla Lega. E non eletta.

Fra le prime a sostenere un accordo con il Movimento cinque stelle, riapparsa con il governo Conte 2, ora l’ex sottosegre­taria batte sulle critiche a Zingaretti, «non mi ha nemmeno telefonato», chiede al più presto un congresso. Il Professore, attento alle virgole, non ha preso nessuna distanza dalla sua antica portavoce, unica prodiana al governo e/o nei vertici del Pd del dopo Prodi. L’esponente politica più in vista mostra il crescere di un disagio globale, 25 anni dopo la vittoria dell’Ulivo.

Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, è sì laureato e amico dell’ex premier ma da decenni corre da solo, all’università e in politica.

Molto difficile che il peso della questione Zampa, unica dei fedelissim­i a misurarsi in elezioni primarie (5.733 preferenze nel dicembre 2013), non si senta nella giostra per il nuovo sindaco in una Bologna dove i ricordi ulivisti, le congiure suicide della sinistra (dai governi alla presidenza delle Repubblica), la memoria da elefante di Prodi corrono ancora.

Se il governo Draghi con Lega e berlusconi­ani galvanizza i moderati sulla possibilit­à dell’ex ministro casinianre­nziano Gianluca Galletti, il malumore prodiano cade su un Pd diviso: Matteo Lepore, Alberto Aitini (che si è congratula­to con l’unica bolognese al governo, la leghista Lucia Borgonzoni), Davide Conte… Lepore è sostenuto da Merola e Zingaretti, è quello che guarda più a sinistra, per i prodiani è il preferito ma i giochi di tutti sono in movimento. E nel Pd l’attuale assessore alla Cultura non ha la maggioranz­a.

Prodi, entusiasta di Zingaretti alla nomina, gli aveva ancora espresso «stima» qualche giorno fa, mettendo insieme in guardia da «atteggiame­nti adolescenz­iali». E sul governo di Mario Draghi non si è sbracciato come tanti, mentre i militanti Pd litigano sul web.

Oltre agli equilibri nazionali e bolognesi, in gioco ci sono anche quella regionali, con l’asse sempre più esplicito fra il presidente modenese Stefano Bonaccini e il veneto Luca Zaia, Pd e Lega. Conquista sempre più potere il ferrarese Dario Franceschi­ni, eletto malamente nel Pd nel 2018, confermato ministro che fra le sottosegre­tarie, se ha perso la bolognese Francesca Puglisi, ha visto riconferma­ta l’umbra Marina Sereni.

Lo sfogo

Zampa al «Corriere»: «Prodi considera la mia esclusione legata alla mia vicinanza a lui»

 ?? Vicini ?? Romano Prodi e Sandra Zampa in una foto di qualche anno fa
Vicini Romano Prodi e Sandra Zampa in una foto di qualche anno fa

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