Totem e nero dominante: il nuovo museo Bodoni a Parma
Lo spazio espositivo dovrebbe aprire al pubblico il 19 aprile: quattro sezioni per celebrare l’artigiano-artista ammirato da Napoleone
Per molti è solo il nome di un font, ma Giambattista Bodoni, figlio d’arte e principe dei tipografi nell’Europa dei Lumi, era considerato un artigiano-artista capace di destare l’ammirazione persino di Napoleone, che volle recarsi a Parma, dove dirigeva la Tipografia Reale, appositamente per rendergli omaggio. Proprio la città dove operò presenta ora una nuova veste del Museo Bodoniano, il più antico dedicato alla stampa nel mondo. Fondato nel 1842 quando, per rendere visitabile i capolavori della produzione bodoniana come avveniva quando Bodoni era in vita, venne allestita una «stanza dei punzoni». Il museo, inserito nel complesso della Nuova Pilotta, è stato riportato al piano terra con il nero come colore dominante, dalle pareti alle lampade industriali che pendono dai soffitti. Come conferma Simone Verde, direttore del grande complesso culturale nel centro storico di Parma, «Bodoni è un protagonista del graphic-design contemporaneo, che ha ispirato artisti, installazioni e siti, un patrimonio universale. Abbiamo voluto un museo antico che rimandasse agli anni di Bodoni, con una vera e propria tipografia e un parquet tipico dell’epoca. Ma con una sperimentazione a base di strumenti interattivi come totem e un grande tavolo». La sede è negli ex locali destinati a magazzino dei periodici della Biblioteca Palatina, con ingresso dalla via porticata. Con quattro sezioni, di cui la prima riservata a «Bodoni, Parma e l’Europa», sul gusto “neoclassico” del tempo. A «La fabbrica del libro» è riservata la sezione più vasta, divisa in quattro grandi nicchie che riproporranno le varie fasi di lavoro di Bodoni. A partire dalla fonderia dei caratteri con punzoni, matrici e caratteri, alcuni ancora negli armadi creati per contenerli. Poi la parte riguardante la riproduzione con esempi di manoscritti di tipografia, il compositoio e il vantaggio. Per passare alle prove su carta e pergamena, copie su seta e il torchio, ricostruzione del 1940, rimesso in funzione anche a fini didattici. Infine «L’illustrazione e la legatura», con le lastre di rame relative alle edizioni bodoniane. Al centro della sezione, nelle bacheche in ottone, i capolavori di Bodoni. Infine «Il mito di Bodoni», in una grande libreria dove sarà esposta la raccolta dei volumi bodoniani. I lavori relativi agli interventi strutturali e di impiantistica del nuovo museo, investimento di 760mila euro del Mibact, sono iniziati in settembre e si stanno completando. La data prevista per la riapertura è il 19 aprile, Covid permettendo: «Abbiamo approfittato - aggiunge Verde - del lockdown per ridisegnare tutto il complesso e al momento abbiamo una decina di cantieri ancora aperti. In una fase in cui non è il momento di fare polemiche, perché ognuno deve fare il proprio lavoro».