Felice (Pd) avvisa Italia viva: «Sul caso Arabia faccia chiarezza»
Felice, l’economista Pd: su Renzi e l’Arabia Saudita serve chiarezza
Emanuele Felice della segreteria nazionale Pd apre il dossier Italia viva: «Vogliono allearsi a Bologna? Serve chiarezza su Renzi e l’Arabia Saudita».
” Mi auguro si trovi l’unità su Lepore, è quello che interpreta meglio la continuità con la giunta Merola
Responsabile Economa del Pd nazionale, vicinissimo a Nicola Zingaretti, bolognese d’adozione (tessera al circolo Pd Centro storico), Emanuele Felice è stato dall’inizio uno degli sponsor della candidatura a sindaco di Matteo Lepore. Ora che il percorso nel Pd sta per chiudersi, e l’attenzione si concentra sulle alleanze, apre anche sotto le Due Torri il dossier Italia viva.
Professore, le quotazioni di Lepore sono cresciute nelle ultime settimane. L’endorsement di Virginio Merola, la stima di Stefano Bonaccini, i segnali distensivi di Andrea De Maria. Come finirà?
«A me pare che la situazione stia evolvendo bene. Io come cittadino di questa città e come iscritto al Pd di Bologna ho sempre espresso la mia preferenza per Lepore, è stato un bravo assessore, come Alberto Aitini e Marco Lombardo, ma è quello che rappresenta la giusta continuità con la giunta Merola, che ha ben operato rilanciando la città anche sul piano culturale e turistico. Su punti programmatici come le disuguaglianze, o l’ambiente, sento una maggiore vicinanza alle sue priorità. È naturale che dopo il secondo mandato si sia aperto un confronto, reso più complicato dalla pandemia. Io spero che si concluda nel modo più inclusivo possibile su un nome solo».
Cioè quello di Lepore. Crede ancora possa diventare il candidato di tutto il partito?
«Penso e mi auguro di sì, anche perché altri nomi unitari francamente non ne vedo... Matteo mi sembra in grado di parlare sia a sinistra che al centro, non è quel candidato schiacciato a sinistra che sostiene qualcuno».
E se invece si faranno le primarie?
«Saranno per noi e per tutta la città un momento di confronto importante, come sono sempre state. Ma compatibilmente con la situazione sanitaria».
Capitolo alleanze. A Roma il segretario Nicola Zingaretti batte sull’asse con il M5S e Leu, qui a Bologna si lavora per tenere dentro più realtà possibili. Qual è la strada giusta secondo lei?
«Io penso che si debba innanzitutto evitare di staccare la sinistra, quando in altre occasioni è accaduto non è andata bene. Siamo il partito che ha la lotta alle disugua
” Le primarie? Compatibilmente con la situazione sanitaria sarebbero un momento di confronto
glianze e i temi dell’ambiente nel suo orizzonte, da lì dobbiamo partire. Dopodiché, com’è avvenuto in altre realtà, sono abbastanza favorevole ad alleanze con forze liberali, mi riferisco ad Azione o a +Europa, ma anche a realtà civiche di orientamento cattolico. Per quanto riguarda Italia viva non ho nulla contro i suoi rappresentanti e militanti a Bologna, ma c’è un problema piuttosto serio».
Quale?
«Il problema riguarda la vicenda di Matteo Renzi e l’Arabia Saudita. Bologna è la città di Patrick Zaki, l’Arabia Saudita un Paese dove ci sono migliaia di persone ingiustamente incarcerate e torturate, uno dei regimi più oppressivi al mondo di cui Renzi di fatto è diventato uno degli sponsor. Un regime che è incompatibile con i valori del Pd, come con quelli di tutte le democrazia del mondo. Lo dimostra l’ultima denuncia dell’amministrazione Biden sulle responsabilità del principe saudita nel terribile delitto Khashoggi. Se vogliono allearsi con noi, devono prendere le distanze da tutto questo».
In pratica sta chiedendo a chi agli esponenti bolognesi di Italia viva di prendere le distanze da Renzi...
«È una questione di valori. Di certo dimostrerebbero di non essere quel partito personale di cui molti parlano. Io credo che se Italia viva a Bologna vuole allearsi con il Pd deve fare chiarezza. Decidano loro come e chi deve farlo».