San Marino stregata dallo Sputnik Un coro di sì
Viaggio nel Paese del Titano che ha scelto di utilizzare il vaccino russo
ASan Marino lo Sputnik è stato festeggiato da un entusiasmo diffuso che ha superato i confini, viste le richieste (vane) arrivate anche da cittadini italiani. Stando alle reazioni dopo le prime vaccinazioni, la scelta del Paese del Titano è benedetta dai residenti felici di non dover attendere a lungo come l’Italia.
«Lo Sputnik? Non SAN MARINO vedo perché dovremmo farci problemi. Abbiamo quello per ora e quello faremo». La notizia dell’inizio delle somministrazioni nella Repubblica di San Marino del vaccino acquistato da Mosca ha fatto il giro del mondo. L’ultimo Stato sul suolo europeo a dare inizio alla campagna vaccinale è stato anche il primo — se si esclude l’Ungheria — a utilizzare il siero russo. Ma loro, i sammarinesi, la pensano come la titolare del negozio che all’ora di pranzo si guarda intorno prima di chiudere la saracinesca: «Perché dovremmo farci problemi?», dicono quasi tutti a poche ore dall’inizio della somministrazione.
I residenti — gli unici, sulla carta, destinatari del vaccino — non si fanno scrupoli, tirano un sospiro di sollievo. Anzi, rilanciano e talvolta non rinunciano addirittura al sarcasmo nei confronti dei dirimpettai. «Voi in Italia andate al ritmo dell’Europa. L’Ue non è stata pragmatica nelle trattive con le case farmaceutiche. Guardate Israele, guardate la Gran Bretagna, hanno speso un sacco di soldi e vaccinano a pieno ritmo. Lo Sputnik? Non lo avete per questioni geopolitiche», attaccano tre signori di mezza età fuori da un bar, uno di quelli più gettonati in cima al Titano, dove ristoranti e caffè sono ancora aperti. «Ieri ho prenotato il vaccino per mia mamma, lo Sputnik. Ma non c’è bisogno di far domande in giro, basta guardare i numeri delle prenotazioni», spiega un altro residente.
In effetti lo scorso giovedì, durante il «vaccine day» i centralini dell’Istituto Superiore di Sanità sono stati presi d’assalto. Migliaia di telefonate — anche dall’Italia, in particolare da Rimini, ma perfino dell’estero, perlopiù dalla Svizzera — con 1.000 persone che sono riuscite a prenotarsi per la prima e la seconda iniezione. «Conosco qualche no vax — spiega un commerciante — e pure qualche diffidente, ma questi ci sono anche in Italia. Mi sono informato e mi sembra di capire che lo Sputnik sia più efficace di AstraZeneca. E se lo raccomanda lo Spallanzani, c’è proprio da crederci. Mia figlia, farmacista, si è già vaccinata e sta bene».
Proprio ieri la Repubblica di San Marino ha aggiornato l’elenco degli enti certificatori di riferimento per l’importazione di farmaci e vaccini ( il governo considererà ammissibili anche solo dopo l’autorizzazione di uno questi enti): ad Ema e Fda e Aifa si aggiungono gli omologhi russi, indiani, turchi, svizzeri, canadesi e addirittura giapponesi.
A San Marino la campagna vaccinale vera e propria comincerà domani al ritmo di 200 somministrazioni al giorno, che aumenteranno nelle prossime settimane anche grazie dosi in arrivo dall’Italia dei vaccini Pfizer e Moderna. Lo Sputnik servirà a immunizzare 7.500 delle 22.000 persone cui è indirizzata la campagna. I residenti sono 33.000 ma il governo ha escluso — per ora — la popolazione dei guariti dalla campagna e come in Italia i più giovani, ma non i frontalieri del personale sanitario. Di fatto gli unici italiani e non sammarinesi a poter ricevere lo Sputnik.