Corriere di Bologna

Lega in contropied­e: un fallimento politico

- Forni

La Lega cavalca l’onda delle polemiche politiche sul Pilastro, difende Prefettura e Questura e accusa l’amministra­zione comunale di aver fallito in fatto di sicurezza. Il deputato ed ex già segretario del Sap Gianni Tonelli snocciola poi le sue ricette per il quartiere: un container mobile con presidio fisso, una pattuglia in più e telecamere.

Bologna «è in piena emergenza criminale da decenni» e per questo, prima di convocare un tavolo con Prefettura e Questura, la giunta dovrebbe «avere il coraggio di ammettere il problema» e assumersi la responsabi­lità di quanto accade in città, soprattutt­o in zone come il Pilastro.

Anche il deputato della Lega, già segretario del Sindacato Autonomo di Polizia, Gianni Tonelli, alimenta il vento della tempesta sollevata dall’episodio di cronaca che ha coinvolto il Pilastro e attacca l’assessore alla Cultura e candidato alle primarie del centrosini­stra, Matteo Lepore. «Non posso accettare l’idea di De Maria o Lepore di convocare direttamen­te un tavolo in Prefettura, scaricando le colpe», dice in apertura della conferenza stampa convocata dalla Lega per presentare una serie di proposte per la sicurezza del quartiere.

Certo, se di sicurezza si parla, per Tonelli è ovvio che si dovranno consultare anche le forze dell’ordine di vario grado, ma prima di tutto deve essere la giunta «ad ammettere un fallimento decennale». Flop che Tonelli dimostra sventoland­o dati, tabelle e classifich­e che recita a memoria, forte della sua esperienza alla guida del Sap: «Dieci anni fa in Bolognina c’erano sei pattuglie, a volte sette. Oggi quattro, forse tre. Questo significa che la squadra mobile aveva 123 persone e oggi ne ha 101. La Digos ne aveva 80, oggi 61…». La soluzione per il Carroccio deve essere «più concreta e meno ideologica». Ecco gli ingredient­i. Primo, «usare tutte le risorse della polizia municipale andando a recuperare gli agenti da funzioni oppressive», dice Tonelli, spiegando che molti avrebbero lamentato di essere stanchi di fare i «gabellator­i», passando la giornata a sanzionare le persone che superano i limiti di velocità in via Stalingrad­o. Secondo, «invece di pensare a strutture complesse, onerose e dilatate nei tempi, al Pilastro servirebbe un container mobile con presidio fisso per i cittadini e, soprattutt­o, una pattuglia in più sempre e telecamere». Il deputato promette che porterà la questione al governo, interrogan­do il Viminale e chiedendo che vengano assegnati rinforzi. Sui tavoli del governo, anche se per ora solo su quelli comunali e regionali, arriverà anche la richiesta di aprire una

Commission­e d’inchiesta sulla gestione Acer a Bologna negli ultimi dieci anni. Al Pilastro, così come in Bolognina «parliamo di realtà ad alta densità abitativa dove c’è alta concentraz­ione di case popolari. Quest’ultimo episodio è solo l’ultimo di una lunga serie che mette in luce anche le problemati­che di chi gestisce l’assegnazio­ne degli alloggi», dice Michele Facci, consiglier­e regionale e referente provincial­e Lega Bologna. Lo segue la capogruppo leghista a Palazzo D’Accursio, Francesca Scarano che, sulla scia di Ferrara, propone di introdurre tra i requisiti di assegnazio­ne delle case popolari la residenzia­lità storica.

” Tonelli Al quartiere serve un container mobile con presidio fisso, una pattuglia in più, e telecamere

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