Quattro nuovi autovelox sulla Futa per fermare le corse delle moto
Monesi: Nei fine settimana saranno anche intensificati i controlli
Dopo anni di proteste da parte di cittadini, esasperati dai numerosi incidenti, causati sopratutto dal fitto traffico di moto, sono finalmente arrivati i quattro autovelox sulla Futa, come stabilito dalla Prefettura lo scorso autunno. Oltre agli apparecchi fissi, spiega Monesi, consigliere metropolitano con delega alla Mobilità «si è ipotizzato di utilizzarne altri mobili» e saranno intensificati i controlli. Secondo uno studio, sulla Sp65 si sono verificati oltre 80 incidenti in dieci anni, con nove morti e un centinaio di feriti.
Sono finalmente arrivati i quattro autovelox sulla Futa, come stabilito dalla Prefettura lo scorso autunno.
Gli apparecchi per il rilevamento della velocità sono stati richiesti a gran voce dalle amministrazioni comunali di Loiano, Monghidoro e Pianoro, insieme alla Città metropolitana di Bologna, dopo anni di proteste da parte di residenti e cittadini, esasperati dai numerosi incidenti, oltre che dal rombo delle motociclette. Tre dei velox sono stati collocati sulla Sp65 in direzione Firenze, ai chilometri 73,9, poi 77,63 e 80,55, mentre il quarto è stato piazzato in direzione Bologna, al chilometro 87,55. «In aggiunta a questi velox fissi — spiega Marco Monesi, consigliere metropolitano con delega alla Mobilità — si è ipotizzato di utilizzarne altri mobili. Inoltre, abbiamo concordato azioni di controllo da parte delle Forze dell’Ordine, soprattutto nei fine settimana».
Non è un caso che i dispositivi siano stati installati in questo periodo: «Abbiamo fatto in modo di essere pronti per l’arrivo della bella stagione — spiega ancora Monesi – che è quella in cui il traffico, anche motociclistico, si intensifica». La Futa è infatti una delle strade preferite dagli amanti dei giri in moto, con alcune tappe fisse, come la curva panoramica di Loiano e il passo della Raticosa. La Sp65 si snoda per quasi 29 chilometri lungo l’Appennino, conta 23 incroci e 110 curve sul territorio extraurbano, con un limite di velocità variabile, ma comunque non superiore ai 70 orari. Questa strada provinciale viene però spesso scambiata dai centauri per una vera e propria pista da corsa, con evidenti implicazioni in termini di sicurezza.In uno studio pubblicato a settembre 2019, l’Osservatorio metropolitano sull’incidentalità ha rilevato oltre 80 incidenti sulla Sp65 in dieci anni, con nove morti e un centinaio di feriti. Da qui la decisione da parte delle autorità locali di rivolgersi alla Prefettura, alla fine dell’estate del 2019, durante la quale tre persone avevano perso la vita sull’asfalto della Futa.
«Dopo varie riunioni e assemblee, il decreto della Prefettura è arrivato a ottobre 2020 — ricorda Monesi — . In questo percorso, come Città metropolitana abbiamo assistito i Comuni. I nostri ingegneri hanno predisposto il piano da sottoporre alla Prefettura, d’intesa con la Polizia locale e i tecnici dei vari Comuni, che poi hanno installato gli autovelox a loro spese». Una soluzione che mira a ridurre la velocità dei veicoli e «a rendere più consapevoli automobilisti e motociclisti dei rischi che si corrono se non si rispettano le regole».
Il via libera finale della Prefettura è arrivato giusto in tempo prima del passaggio in gestione della Sp65, insieme ad altre strade provinciali, dalla Città metropolitana ad Anas. Il trasferimento, infatti, è slittato ad aprile 2021 causa pandemia, ma era inizialmente previsto per la fine dell’anno scorso. Monesi evidenzia «un problema generale che riguarda i comportamenti alla guida: oltre alla velocità, ci sono varie fonti di distrazione, in particolare i cellulari».
E conclude con un appello alla prudenza: «Più un mezzo di trasporto è veloce e più rischia di diventare un’arma che può ritorcersi contro se stessi e gli altri. Sulle strade bisogna circolare con la massima attenzione per evitare di mettere a repentaglio la propria vita e quella altrui».