Spari al Pilastro, fermato un pusher
È un tunisino di 24 anni, stava per lasciare Bologna. Braccato il complice in fuga
Era pronto a scappare dopo aver piazzato una grossa partita di cocaina. Ma gli agenti della Mobile erano già sulle tracce di Dhia Abidi, 24enne tunisino, fermato come indiziato per il tentato omicidio di un altro pusher del Pilastro. Non ha sparato lui ma un complice tuttora ricercato. Ha molti precedenti per droga, è irregolare ed è ritenuto uno spacciatore di spessore. Le accuse per entrambi sono di tentato omicidio e porto illegale d’arma da fuoco.
Era pronto a scappare dopo aver piazzato una grossa partita di cocaina. Ma gli agenti della Squadra mobile erano già sulle tracce di Dhia Abidi, 24enne tunisino, fermato come indiziato di delitto ieri mattina per il tentato omicidio del Pilastro. Il pm della Dda Roberto Ceroni ha firmato il decreto di fermo quando è stato chiaro che il 24enne, che ha precedenti per droga, è irregolare ed è ritenuto uno spacciatore di rilievo: stava per lasciare Bologna e raggiungere il complice che ha fatto fuoco, anche lui pusher tunisino sulle cui tracce è ormai la polizia. Le accuse per entrambi sono di tentato omicidio e porto illegale d’arma da fuoco.
Martedì, poco prima delle 20, in via Natali al Pilastro, i due complici avrebbero dapprima litigato con Anas Kaddache, 26enne marocchino, conosciuto alle forze dell’ordine come spacciatore della zona. Al culmine della lite, mentre Dhia Abidi minacciava il marocchino con un bastone, l’altro avrebbe esploso il colpo di pisola, che ha colpito il 26enne a un fianco ma senza ledere organi vitali. L’uomo è stato portato al Maggiore e dimesso il giorno dopo con una prognosi di 15 giorni, per lui è stato firmato un decreto di espulsione perDiscussioni ché irregolare sul territorio.Nel frattempo la Squadra mobile era già a lavoro sulle sue frequentazioni e i giri di spaccio, visto che anche il ferito è già conosciuto per l’attività di vendita di stupefacente al Pilastro. Non è stato difficile arrivare alle persone con le quali erano sorti i contrasti. legate allo spaccio, ma non a un controllo del territorio.
Per gli inquirenti infatti il quartiere non sarebbe ostaggio di bande che si contendono vie e zone, piuttosto tutti i protagonisti della vicenda vendono droga, di ogni tipo, a livelli medi della filiera dello spaccio. Non si tratta di pusher di strada, quanto piuttosto di trafficanti che gestiscono altri «galoppini» sotto di loro. La discussione che ha portato alla sparatoria dell’altra sera sarebbe legata a una partita non pagata o a sostanza ritenuta di cattiva qualità.
Per questo avrebbero minacciato e colpito il marocchino, facendo ripiombare un intero quartiere nella paura. Ma la risposta degli inquirenti non si è fatta attendere.
Una volta individuati i due complici, la polizia li ha monitorati e intercettati, il fermo di ieri mattina è scattato velocemente perché Dhia Abidi era pronto a lasciare Bologna e raggiungere l’altra persona ancora ricercata, addirittura dalle intercettazioni è emerso che il tunisino, che vive a Granarolo con la moglie e lì è stato arrestato, stava per andare a recuperare la pistola con la quale avevano sparato a Kaddache, probabilmente per commettere un altro reato. L’arma infatti non sarebbe stata abbandonata dai due, ma era ancora in loro possesso, nascosta da qualche parte. Non c’entrerebbero nulla con la sparatoria la pistola, i coltelli e l’ascia rivenuti dalla Scientifica in un parcheggio alle spalle di via Natali. Le indagini proseguono, per ricostruire i traffici nei quali sono invischiati i tre stranieri e soprattutto per rintracciare l’uomo che manca all’appello, quello che ha sparato. Anche lui ha le ore contate, la mobile è fiduciosa di riuscire a chiudere il cerchio in poco tempo.
Le indagini
Gli spari per una faida di droga: ha precedenti per spaccio è irregolare e stava per fuggire